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Plato - Cratylus » Della Porta, Giovan Battista De i miracoli - p. 44b

Della Porta, Giovan Battista

De i miracoli


marciscano et in fatto diventano secchi, sono poi al-
cuni altri i quali soffriscano non solamente che gli
sia fessa la scorza, d'esser busati, ma sendo prima poco
fertili diventano fertilissimi, come il Melogranato,
l'Amandolo, il Melo li quali usiamo assai, avenga che
questi quando sono feriti, fanno i frutti migliori e più
soavi, perché pigliano a ponto tanto notrimento quan-
to gli basta, e'l superfluo lo gettano via, per i pori, in
quel modo che alle volte vediamo ne gli animali spesso
e quello che gli resta più facilmente il digeriscano tal-
ché fanno i frutti più dolci più saporiti, e più belli.
Conciosia che vivendo d'una sottile congiontione, fa-
cilmente se conglutinano insieme le parti distratte e
spartite. Quindi ne sono inanzi molti sperimenti.
Sì come a fare l'Amandole e li Cedri più dolci,
benché si tiene che l'Amandola amara sia più sana;
non dimeno la si sprezza, e fassi dolce. E se quella che
è un poco amara la vuoi fare più dolce, impara da
Affricano. Fa' che la radice per quatro dita da torno
a torno sia zappata e ricalzata, poi la più bassa par-
te della pianta del Arbero, bucala con la Trevella,
così del continuo gettarà quel humore suo crudo, et
in questo modo fa le Amandole più dolci, e le fa più
presto. A questo modo haveremo il Cedro miglior da
mangiare, se quella Medolla di mezzo per la sua
agredine non si può mangiare, bucagli la radice con
la trivella, e fa chel' Buso sia storto, e mentre che stil-
la quel humore cattivo, e che lo havrà gettato alquan-
to spatio di tempo i pomi sono già formati, all'hora


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