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Alexander Aphrodisiensis - Quaestiones » Della Porta, Giovan Battista De i miracoli - p. 66b

Della Porta, Giovan Battista

De i miracoli


neo. Ma se vuoi ancho altrimenti fuggire la forza
del Vino, e massimamentedel Vino picciolo, perché
si sente più presto la briachezza a bevere troppo vi-
no picciolo, che a bevere del grande. Affricano inse-
gna che havendo tu a bevere assai, mangia inanzi tre
o quattro Mandole amare, che levaranno la forza al
Vino. Plutarco Cheroneo narra, che fu un Medico
appresso Druso, figliuolo di Tiberio, Cesare, il quale
mangiando due o sei mandole amare, a tavola, su-
perava tutti nel bevere, la qual cosa sendo scoperta, e
levatogli via le Mandole amare non posseva niente
combattere a bevere, che subbito gli bisognava ar-
rendersi. Teofrasto ancho dice, che uno che vuol com-
battere a bevere, pigli della farina di pomice, che
sempre vencierà e se non si empie di vino tutto, mai
gli farà male. E dice che Eudemo durò di bevere sino
ventitré, et entrando poi nel bagno, non havere rebut-
tato niente, et in oltre havere cenato, come si non ha-
vesse beuto niente, e questo per la forza di quella Fa-
rina deseccativa, la quale gettandola similmente in un
vaso di Vino che boglia, infatto fa cessare il bollire
del Vino. Gli antichi anchora facevano per schifare il
danno del Vino, certe girlande di Fiori, e le portava-
no in testa, come ne accenna Ovidio, et Martiale. Di
ciò ne danno la Ragione, perché con la molta frigi-
dità rinfresca iI Craneo, che possa spegnere la ga-
gliardezza del Vino, là onde leggiamo, che Dionisio
determinò che a quelli che mangiavano, gli fusse data
una corona di edera, la quale con la natural sua vir-


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