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Aristoteles - De generatione et corruptione » Della Porta, Giovan Battista De i miracoli - p. 67b

Della Porta, Giovan Battista

De i miracoli


da dove una Civetta fa il modo, piglia le sue ova, les-
sate, e dalle a mangiare ad uno fanciullo, il quale per il
tempo che verrà sempre havrà in odio il vino. Simil-
mente l'acqua che esce della vite tagliata, bevutane
assai, fa l'huomo sobrio, sì come ha insegnato Demo-
crito. Ma a sapere se il vino ha dentro dell'acqua, lo
imparerai da Democrito, e dal Fiorentino gettavi
drento, o mele o pere salvatiche, si le staranno a gallo,
è segno che gli è puro, ma se le vanno al fondo, gli è
adacquato. Dall'esperienza di Solione, alcuni mettano
nella botte paglia, canna o uno scermento onto con
Olio, e se quando si cava fuore vi saranno appiccate
delle gocciole, quelle sono d'acqua, altrimenti non vi
se ne vede, gettane similrnente nella calcina, che se la
fa aprire, è segno chel vino è adacquato, e si la unisce
insieme, è segno che gli è puro, così a bagnarvi drento
un panno lino, oltra di questa se ne trovano assai.
Ma se ti spiacesse il vino adacquato, ecco il modo
dì cavarla, habbia preparato una tazza di Hedera,
mettevi drento il vino, e si vi sarà drento del acqua
a poco a poco la stillarà fuore. E circa questo veggo
che gli antichi, e li moderni sono stati di contraria
opinione, percioché l'esperienza, e la ragione, sono in
contrario. Avenga che sendo il legno tutto caverno-
so, e pieno di buchi, l'acqua che è sottilissima più che
tutti gli altri humori, (come dice Aristotile) uscirà
fuore. Si trova ancho un altro modo da cavarne l'ac-
qua, gettando drento della botte de licci, o pennelli di
Cotone, o de lino, le quali di sopravanzino di fuore


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