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Alexander Aphrodisiensis - In De sensibus » Della Porta, Giovan Battista De i miracoli - p. 80a

Della Porta, Giovan Battista

De i miracoli


dice Alberto, che ancho retengano quella proprietà
della natural malivolenza.
Se vuoi fare che le Rane la notte stieno quete.
Alberto dice, che un stuppino fatto del grasso di
Delfino, cera fatta biancha al Sole, e messo in una
lampada, et accesa alla riva de paduli, che in fatto
tutte le Rane s'acquetano. Ma Affricano l'insegna
più naturalmente, e con più certezza: il quale dice,
che si può fare con ogni lucerna messa alla riva del
lagume subito un poco gridano, ma in fatto s'acque-
tano. Sogliano l'ingannatori fare un buco a un mu-
ro, e mettevi una rana, di poi la cuoprano con della
carta, nella quale vi pengano un corvo, e di fuore ac-
cendano una fraccola, o una torcia, overo mettendove
il fuoco, la rana comincia a gridare, e fa la voce d'un
corvo e così fanno che un corvo dipinto, gridi.
Si fa anchora un lucignolo, il quale stegnendo la mano
s'abrusci, e come s'apre si spegne.
Cava dell'acqua della canfora con i vasi di vetro
delli alchimisti e accomoda li spiracoli col loto, se-
condo che bisogna, accio che la non se ne vadia in fu-
mo, con questa acqua, bagnata la palma della mano
tutta dalla parte di drento, che stegnendo il pugno
sopra la fiamme, gagliardamente abrucia, et apren-
dolo manca, il lume.
Si fa ancho a questo modo un lume che fa parere che
le Stelle vadino a spasso.

Sono alcuni che abruciano una testuggine, o la
centaurea, che guardando le stelle per il fumo della


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