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Hermes Trismegistus - Asclepius » Della Porta, Giovan Battista De i miracoli - p. 96a

Della Porta, Giovan Battista

De i miracoli


mie per pazzie, so non dimeno che alle persone lit-
terate, e virtuose, gli piaceranno; et ancho a tutti co-
loro che vanno contemplando le virtù della natura,
so che non scrivo cose che non le sappino. È cosa
certa che i concenti e li numeri possano nell'huomo,
e non è tanto cuore aspero e crudele, che con armo-
nia et canti; che sogliano placare l'animo, non si ad-
dolcisca. Et per il contrario, quando sono dissonanti,
et non consertati, egli non si crucii et restringa.
Museo disse, che il verso alli mortali è una dolce cosa.
Et dalli Platonici si trova scritto, che con la musica
si placa ogni cosa vivente, e se ne veggano molti effet-
ti. Nella guerra i tamburi con i loro suoni, in animi-
scano a combattere, e svegliano coloro che sono timi-
di simili a questi, dagli antichi se ne trova assai. Ti-
moteo, Musico, a ogni suo ben placito con il canto
Frigio, infiammava per modo l'animo d'Alessandro,
che tutto fiero corriva alle armi. Et quando voleva
altrimenti, con altro cantare, lo faceva tutto piace-
vole e tutto benigo; che dalle armi lo faceva venire
ai sollazi, et alli conviti. Plutarco dice che senten-
do egli Antigenida che sonava, di piffaro, quei canti
che chiamano Arnati, di maniera essersi infiammato,
che saltando con le armi messe le mani a coloro, che
gli sedevano appresso. Cicerone racconta di Pitta-
gora che sendo un Giovane Taurominitano, briaco,
et innamorato d'una meretrice, onde che voleva abru-
ciar la casa del suo Rivale, dove era quella donna,
sendo stato egli provocato dal frigio, cominciò a so-


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