BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Martialis, Marcus Valerius - Epigrammata » Della Porta, Giovan Battista De i miracoli - p. 96b

Della Porta, Giovan Battista

De i miracoli


nare col spondeo, e così lo placò, e lo fece piacevole.
L'istesso diceva che se li giovani spinti dal suono del-
li instrumenti dolci si mettano a fare qualche cosa
vitiosa, sonando canto spondeo si ritirano da quell'er-
rore; percioché con la gravità del suono, et della
musica, si smorza quella loro lascivia o sfrenataggine.
Empedocle ritrovandosi, che colui che lo alloggiava
in casa, era ingiuriato da uno, col canto gli fece
passare la colera. Teofrasto per levare i travagli
dell' animo trovò alcuni suoni musicali. Agamenone
partendosi della patria per andare a Troia, dubitan-
do che la sua Clitemnestra non gli mantenesse la fe-
de, gli lassò un sonatore di citara, il quale con il suono
la incitava alla continentia, et alla pudicitia; a talché
Egisto non la puote mai godere per sino che non
amazzò il sonatore. Orfeo Tracio, fece con il sonare
suo gli animi de populi ferocissimi et aspri, come sas-
si, tuti piacevoli. Arione si fece amici con il suono li
Delfini, che non hanno ragione, per modo che essen-
do sommerso, lo gettorono al litto. Il suono, placa l'a-
nimo de fanciullini piccioli, che quando sono nelle
cune, e che piangono, subbito che sentano cantare
s'acquetano. Là onde Crisippo dedicò un verso pro-
prio alle balie. Strabone dice, che gli Elefanti, s'al-
lettano col tamburo: li Cervi si trattengano con li
suoni, e col cantare si pigliano. Li Cigni si allettano
con la citara, et col canto. Gli uccelletti si piglia-
no con la Zappogna. Li pastori ancho con la lor
Zampogna quando l'armento ha mangiato, le fano


pagina successiva »
 
p. 96b