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Biblia, Dt » Campanella, Tommaso Del Senso delle Cose - p. 182

Campanella, Tommaso

Del Senso delle Cose



Cap. 7°
L'aria esser spirito commune e portar la conoscenza
tra li spiriti particolari chiusi negli animali.


Di più, l'aria porta la scienza dall'un uomo all'altro quando
si parlano; dunque egli pur la sente, e quel che noi circonda
ha scienza della voce. L'anima nostra serrata non può signi-
ficare il suo concetto all'altra, serrata pure in corpo, il che
li saria facile, sendo sciolte, toccandosi insieme, che si come
un'acqua toccandosi con l'altra piglia il moto di quella e
pate il freddo e sa di quel che quella pate, così l'un'aria
dell'altra. Or lo spirito nostro, ch'è aereo, non può toccar
l'altro spirito, e fu forzato significare per lo commune spi-
rito, battendolo con gl'instrumenti e figurandolo in modo che,
di quelle figure infacendosi, l'altro spirito viene a sapere quel
che l'altro pate. Come li pesci all'acqua, così li spiriti
animali all'aria sono legati, e separati da quella, serrando il
naso e la bocca si soffocano in acqua o si svaniscono. Dun-
que l'aria sta come anima commune che a tutti aiuta e per
cui tutti communicano, come s'accorse Plinio. Laonde molti
sagaci spiriti ardenti subito sentono nell'aria quel che pensa
l'altro uomo, perchè il pensare è moto dello spirito, e questo
moto languidamente si communica all'aria, e il moto languido
alli sottili e malinconici arriva, e indovinano pur troppo e
non sanno come. Mentre un parla molli parole, leggermente
fere l'aria, e quello blando moto communica all'altro e lo


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