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Iamblichus - De mysteriis » Campanella, Tommaso Del Senso delle Cose - p. 183

Campanella, Tommaso

Del Senso delle Cose


mitiga; se parla aspro e forte, quantunque non dica parole
ingiuriose, muove a sdegno, perchè lo spirito è mosso dal-
l'aria con moti che lo sbattono e lacerano: dunque l'aria
riceve non solo il moto, ma l'affetto istesso; altramente non
potria communicare.
Piacciono l'asprezze in guerra, perchè lo muovono ad ira
contro il nemico e inforzano: le parole blande e composte
in chiesa, perchè a pietà l'incitano; le titillanti variamente
pungenti un poco, piacciono in atti amorosi, perchè eccitano
a trastullo. E come è mossa l'aria, si muove lo spirito e se
tra noi non fussero le voci instituite a significare, ognun
sentirìa l'altro nel modo dell'affetto impresso in aria, come
si vede in chi piange o ride o canta, quantunque sia di na-
zione strana, conoscersi da noi quel che pate. Credo che Dio
abbia fatto parlare gli Apostoli con gli affetti naturali e voci
prime, che a tutte l'orecchie parevan simili alla lingua loro
perchè ricevean l'affetto delle parole loro infocate di spirito
divino pria che li figuramenti e circolazioni dell'aria distin-
guessero nel paziente senso; e così ognuno li sentiva. Di più,
veggiamo noi che quando l'aria è serena e pura, noi stiamo
allegri e giocondi; quando è turbata e scura, mesti e malin-
conici; quando è troppo calda, iracondi e fastidiosi; quando
è fredda, uniti e retirati; quando è grossa, sonnolenti con
poco senso; quando è sottile, acuti e svegliati; quando è
ventosa, ci ritiriamo a conseglio e unimo; quando quieta,
uscimo fuori alle finestre e alli giuochi: dal che si vede che
insieme patimo ogni affetto. Però disse Omero che tale è
l'anima degli uomini quale è giornalmente Giove
, intendendo
per Giove l'etere e il cielo; e così Virgilio dice: Ma l'etere, gran
padre onnipotente, fecondo di acque, andò alla moglie in grem-


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