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Catullus, Gaius Valerius - Carmina » Della Porta, Giovan Battista Della fisonomia dell'uomo - p. 551

Della Porta, Giovan Battista

Della fisonomia dell'uomo


Gonfiandosi d'ira, esaspera il dosso, e lo scossa tutto; diventa audace,
va contro chi l'assalta, misura lo spazio che è tra lui e l'inimico, e
giudica con quanti salti lo possa raggiungere, e l'eseguisce; e non
avendo travagliato il nemico, assalta chi li è più vicino; e non poten-
do col morso, ammazza col fiato. Dice Filostrato d'Ercole, che iran-
dosi se gli gonfiavano le vene di sangue. Vuole Platone nel Teeteto
che gli uomini iracondi e contenziosi corrono in precipizio come navi
senza timone; sono docili e di gran memoria; e così gli uomini troppo
mansueti sono poco atti alle scienze. I popoli di Tracia, che sono mol-
li e torpidi di corpo, sono di tanta poca memoria, che non ponno nu-
merar se non insino a quattro.
Acerbi che tardi si addolciscono
Il capo molto piccolo, con cattiva figura, e col dorso imbecille. Le
ciglia piegate al naso. Le nari aperte. Il fiato gagliardo, veloce e spes-
so. Il corpo et il petto magro. La loquela molle e languida. Gli occhi
sanguinosi, secchi; i grani eguali negli occhi lionati; splendenti, che
mirano torto; overo fermi, piccoli e prominenti; e che ritirino la
fronte e le ciglia; overo che non sbattono, pallidi, rosseggianti e
secchi.


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