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Plato - Respublica » Della Porta, Giovan Battista Della fisonomia dell'uomo - p. 22

Della Porta, Giovan Battista

Della fisonomia dell'uomo


Per tutta la Città furiosa scorre,
Qual forsennata Tiade stimulata
Da' fieri sacrificii di Bacco
Trieterici...

Apuleio, descrivendo una matrigna che ardeva dell'amor del suo
figliastro, dice che aveva il volto tinto di brutta palidezza, e gli occhi
erano languidi e trasformati, né le ginocchia potevan reggere il peso
del corpo. Nella notte l'era tolto il sonno, et era afflitta da continui
suspiri; i quali se talora non erano così spessi, erano poi più terribili.
Questo ancora si vede manifestamente negli animali quando vanno in
amore. Virgilio:
Piglia forza l'amore a poco a poco,
E guardando la femina si strugge,
Né si ricorda più de' boschi o d'erbe.

Somiglianti agli accidenti amorosi sono quelli dell'Invidia ancora,
con ciò sia che l'anima nostra, patendo ardente invidia di alcuno, fa
che il corpo dimagrisca. Ovidio, descrivendo la forma dell'Invidia,
descrive la forma di coloro che patiscono simil malattia:
Palido ha 'l volto, il corpo macilente,
E tutto amaro fiele il core e 'l petto;
Non ride mai, e se talor pur ride,
Ride ch'altri si doglia e si disperi.
L'occhio non chiude mai, ma sé struggendo
Senza dormir mena l'intiera notte.

Per molta e straordinaria passione molti uomini sono divenuti peg-
gio che bestie. Ecuba, dopo perduto il Regno, i figli e il marito, et al-
fin veggendosi inanzi il corpo dell'ucciso Polidoro, scrivono aver la-
trato a guisa di cagna. Né sono mancati alcuni che come forse tutti
sanno, sono morti per troppa allegrezza. Scrive Gellio che Diagora
Rodio, essendo abbracciato da' tre figli, che in quel giorno tutti ave-
va veduto vittoriosi coronati ne' giuochi Olimpici, per troppa gioia
spirò nelle lor braccia. E quando l'esercito Romano fu sconfitto ap-
presso Canne, una vecchiarella, sendole rapportata la morte del suo
figliuolo, stava in grandissimo dolore; ma la nuova fu falsa, et il fi-
gliuolo non molto tempo appresso ritornò salvo; e veduto dalla ma-
dre, per la smisurata allegrezza che ridonda dal core, ella si morìo.
Prova Aristotele nella Fisonomia che l'anima mutando il costume, il
corpo muta forma de' lineamenti; et il corpo mutando la sua forma,
l'anima muta ancor ella i suoi costumi. Quando l'anima è melancoli-
ca, il corpo divien languido e scolorato, e stando allegra, il corpo ri-


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