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Plato - Respublica » Della Porta, Giovan Battista Della fisonomia dell'uomo - p. 114

Della Porta, Giovan Battista

Della fisonomia dell'uomo



Del capo. Cap. I

Noi chiamiamo capo, come lo chiama ancora Aristotele, tutto quel-
lo che è sostenuto dal collo. Primieramente lo consideraremo intiero;
poi le sue parti, cioè la fronte, gli occhi, le ciglia e l'altre. Del capo
Galeno ne considera la quantità e la forma. La quantità consiste nella
grandezza o picciolezza. Noi prima ragionaremo della quantità.
Capo grande
Quel capo che è di soverchia grandezza dà chiaro segno di rozzo
ingegno, e di dappocaggine e d'indocilità, come ne insegnano Polemo-
ne et Adamanzio nelli lor libri della Fisonomia. E se vogliamo referir-
lo alla somiglianza degli animali (perché quell'uomo che referisce la
sembianza di alcuno animale partecipa ancora de' suoi costumi), l'Asi-
no ha gran capo, et è stolido, vile e di basso animo, e di sciocchi co-
stumi; qui uccelli notturni, cioè l'Alocco e la Civetta, hanno il capo
di smisurata grandezza, e quando escono dall'uovo vengono fuori con
i piedi avanti, perché il capo vien trattenuto dentro dal soverchio pe-
so. Ovidio, ragionando di Ascalafo mutato in civetta, dice:
Sparsa di Flegetonte l'acqua al capo,
Si converte in grandi occhi e piume e rostro

E cresce in un gran capo.
Niuno uccello ha maggior testa di lui; è animal notturno, e compa-
rendo di giorno è spennacchiato da tutti gli uccelli per la sua timida e
poltronesca natura. I Falconi di gran testa non son lodati perché s'ac-
costano agli uccelli notturni, che sono di gran testa e timidissimi. Fra
i pesci l'Uranoscopio, perché ha grande e sproporzionata testa, è fra
tutti il più timido; del quale narra Oppiano.
Il Cefalo è pur di gran testa, et indi trae il suo nome di Capitone;
è stimato da tutti sciocco e ridicolo, e ciascun si fa beffe della sua na-
tura. Quando ha timore nasconde il capo, e si stima allor salvo, come
ne lasciò scritto Aristotele.
Ma se vogliam considerar le cagioni naturali, la smisurata grandez-
za del capo dimostra piuttosto abbondanza di materia che eccellenza
di virtù, e queste teste così smisurate sono stimate viziose per la mol-
titudine di tanta materia, e non per le cose che vi son dentro conte-
nute; e principalmente s'a questo s'accompagnarà la sconcia figura,


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