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Boccaccio, Giovanni - Decameron » Della Porta, Giovan Battista Della fisonomia dell'uomo - p. 29

Della Porta, Giovan Battista

Della fisonomia dell'uomo



Opinione de' Filosofi antichi intorno alla Fisonomia. Cap. IV

Ma cominciamo a scoprire quai de' primi Filosofi han cercato tor-
re dalle scienze la Fisonomia, e quai sieno coloro che l'hanno accet-
tata: e di coloro che accettata l'hanno, con che modo l'abbino inve-
stigata e scritta per lasciarla nella memoria de' suoi successori. Gli
Stoici, per cominciar da capo, tra' quali fu Crisippo, caminando assai
lontani dal vero, dissero che l'anime degli uomini, sciolte da' corpi
per la morte, entravano in un altro corpo di uomo, e così portavano i
vecchi costumi in questo nuovo corpo; e dicendo così toglievano in
tutto il suggetto di questa scienza, perché, togliendo i segni di questo
nuovo corpo che indifferentemente si aveva eletto, non corrisponde-
vano con i costumi che aveva avuti del primo. I Pitagorici dissero che
non solo l'anime sciolte da' primi corpi entravano in varii corpi uma-
ni, ma in corpi di fere. E dicea Pitagora ch'egli era stato Etalide; e
dopo fu Euforbo, e che fu ferito da Menelao; e poi fu Pirro, e dopo
Pirro fu Pitagora; e mentre fu Etalide, stimato figliuol di Mercurio,
aver avuto dal suo Dio, per grazia, che l'anima sua avesse potuto en-
trare in qual si voglia animale o pianta che gli fusse piaciuto. Laonde
Ovidio cantò:
Non posson l'alme mai patir la morte,
Ma vanno ad animar altri animali,
E lasciando la vecchia stanza sua
Se ne van sempre ad abitar le nove.

Ogni cosa si muta e nulla muore.
Vanno errando di là, vengono poi
In qua, e di qua poi in altri luoghi;
E pigliando quel corpo che gli aggrada,
Da fera vanno in uomo, e quindi vanno
In quello di animali, e vivon sempre.

Ma Frenizio e Posidonio Astrologi dissero altrimente, perché af-
fermano che gli uomini abbino i costumi dalle stelle, e dicendo che
vengono dalle stelle, dicono che vengono da un fatal destino e da una
adamantina et inevitabil necessità; onde il costume non può variare
dalle parti, perché quei costumi non dependono dal corpo; il che è
falsissimo. Alla qual opinione Plinio, ultimo di tutti, par che s'acco-
sti, perciò che nell'undecimo libro e capo quarantesimo secondo si
meraviglia et insieme si fa beffe di Aristotele, che abbi detto e credu-
to che da' segni del corpo si possano conoscere i costumi dell'animo;


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