BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Galenus, Claudius (Pseudo) - De ordine utriusque ordinis » Della Porta, Giovan Battista Della fisonomia dell'uomo - p. 252

Della Porta, Giovan Battista

Della fisonomia dell'uomo



Del dorso. Cap. XXVII

Il dorso è fatto a guisa d'una carena di nave, e sostiene e tiene in-
catenata tutta la macchina del corpo, e la fa volgere in qua et in là. È
costituita di ventiquattro ossa: cioè dalla cervice alle spalle sette; da
queste insino alle estreme coste dodici. Questa parte è dietro al pet-
to, e chiamasi Metafreno; e da questa estrema costa sono cinque al-
tre, che constituiscono i lombi, e sono le più grandi e grosse di tutte.
Il Filosofo nell'Istoria degli Animali: la natura a guisa di una carina
ha constituito il dorso per sostentamento del corpo, poiché per suo
aiuto noi stiamo dritti. Da' Greci è detto νῶτος.
Dorso grande e robusto
Quei ch'hanno il dorso grande e robusto son forti di animo, e si ri-
feriscono al maschio. Da Aristotele nella Fisonomia. Il dorso largo e
gagliardo è segno di animosità e di generosità. Da Polemone et Ada-
manzio. Ma Polemone nella figura dell'Animoso li dona per primo il
dorso largo. Ercole, appresso Sofocle, piangendo dice:
O dorso, o petto!
Omero attribuisce al forte Aiace l'osse delle spalle, con tutta quel-
la parte che si stende insin al capo, lunghe, alte e robuste; per che,
stando Priamo sovra una torre a veder il campo Greco insieme con
Elena, li domandò il nome di Aiace:
Chi è quel che avanza gli altri con il capo
E con le lunghe spalle e col gran corpo?

Ma Suida scrive Ulisse di spalle assai dure e rigide.
Dorso stretto e debbole
Quei ch'hanno il dorso stretto e debbole sono molli, e si referisco-
no alla donna. Da Aristotele nella Fisonomia. Ma Polemone et Ada-
manzio dalla forma contraria a questa, cioè la predetta, giudicaro il
contrario: come il dorso imbecille è segno di debbolezza e di paura. E


pagina successiva »
 
p. 252