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Lucretius Carus, Titus - De rerum natura » Della Porta, Giovan Battista Della fisonomia dell'uomo - p. 43

Della Porta, Giovan Battista

Della fisonomia dell'uomo


È nell'anima un caldo, che le avviene
Quando è commossa in ira, onde dagli occhi
N'esce di fuor orribilmente il foco.
Ci è freddo ancor con molta compagnia;
Gli fa paura e muove nelle membra
E scuote tutto il corpo un freddo orrore.
Vi è ancora un mediocre aere, il quale
Fa petto assai tranquillo, e volto lieto.
Ma color ch'han del caldo, hanno più il core
Furibondo, e d'empia ira arde la mente.
In questo è l'ardente ira de' Leoni,
E spesso rompe il petto in doglie e pianti,
Che non posson capir così grand'ira.
È de' Cervi ancor l'animo agghiacciato,
E più tosto freddezza il cor li preme;
Onde, fra gli tremanti di paura,
La natura de' Bovi è più benigna.
A' quai non molto foco accende il core,
Né pur freddo timor tanto gli agghiaccia,
Ch'è mezzano fra' Cervi e fra' Leoni.
Così dell'uomo è la natura, e invano
Di tor si sforza le vestiggia prime.
E sono malagevoli a estirparli
Dalle radici e prave impressioni:
Ch'un inchinato all'ira non si lasci
Dall'ira trasportar, dal timor quello,
E l'altro non sia pazzo più del giusto.
E così in altre cose differenti
Variano le nature et i costumi.


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