BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Lucretius Carus, Titus - De rerum natura » Della Porta, Giovan Battista Della fisonomia dell'uomo - p. 48

Della Porta, Giovan Battista

Della fisonomia dell'uomo


rà meschiata con la pituita, stolidità; se sarà poca che il sangue, la co-
lera gialla e lo spirito manchi, dona ingegno incostante e memoria
molto labile e caduca; ma s'avanza, a pena bastarà a destare da tanta
debolezza. Ma è necessario sia sottilissima, copiosa, e della medesima
quantità come la colera gialla; né vi manchi alquanto dell'umor della
pituita; acciò di tutte queste tre cose se ne facci un sol corpo, che sie-
no otto parti di sangue, due di colera gialla e due di nera; accendasi
la colera nera, e dalle due restanti non sia brusciata, ma accesa ri-
splenda. Però ben disse Eraclito che nella luce secca albergava ani-
ma prudente. Aristotele ne' Problemi dice così: tutti gli uomini che
sono stati di chiaro ingegno e che hanno avanzati gli altri o nella Fi-
losofia o ne' governi delle Republiche, in compor versi, o in diverse
arti, tutti sono stati malanconici; e però tutti questi sono stati trava-
gliati dai morbi della colera nera. Ercole patì morbo caduco. Lisandro
Lacedemonio, pria che morisse, s'infettò tutto di diverse ulcere; che
scaturì fuori dall'atrabile. Aggiungonsi a questi Aiace e Bellerofon-
te; che l'uno diventò totalmente pazzo, e l'altro andava solitario per
le selve. Laonde Omero:
Questi dall'ira delli sacri Dei
Spinto per larghi campi e luoghi incolti,
Solingo errando va sempre rodendo
Il cuor, fuggendo da ogni umano aspetto.

Anzi molti altri del chiaro ordine degli Eroi essere stati assaltati
dalla medesima infermità sono raccontati dalle istorie antiche; e gli
anni appresso Empedocle, Socrate, Platone, e molti altri uomini illu-
stri e Poeti, tutti assaliti dall'istessa infermità. Fu certamente Eurilo-
co di grandissimo giudizio, come tutti coloro che sono molestati da
questa colera nera. Però Favorino Filosofo la chiama infermità degli
Eroi, la cui natura è di caldo e freddo temperamento. La colera nera
può diventar caldissima e freddissima; ma non nel sommo, ma drento
ella è veramente fredda; che se soverchia, fa l'uomo stolido, attonito,
torpido, ansioso e timido; ma se molto si riscalda, fa l'animo allegro,
spinge a cantare, a pazzie, e fa nascer molte piaghe. Per che coloro
che constano di colera nera molto fredda, tutti sono storditi e codar-
di; ma quei che sono composti di molta colera calda sono ingegnosi,
innamorati, et inchinati all'ira et a' desideri, e alla loquacità. Molti
impazziscono, come tutti quei che sono stimati che da' Demonii sieno
sforzati; il che non avviene se non per la distemperanza naturale.
Marco cittadino Siracusano eccellentissimo poeta era, quando diveni-
va pazzo. Platone nel libro delle Scienze dice quelli soli esser di
molto ingegno, che sogliono divenir pazzi e furiosi. E nel Fedro dice
che le porte di Parnaso invano si battono senza pazzia. E Democrito
disse che i più ingegnosi sogliono sempre divenir pazzi. Ma coloro a'


pagina successiva »
 
p. 48