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Empedocles - Fragmenta » Alighieri, Dante Monarchia - p. 360

Alighieri, Dante

Monarchia

fini delle ghuerre erano miti o necessarii; el Senato era porto
et refuggio de' re, popoli et nationi; e' magistrati nostri et
inperadori si sforzavano in questo masime aquistare loda, se
difendessino le province et e conpagni con equità et gloria et
fede; per la qual cosa questo si poteva chiamare più tosto
'soccorso del mondo' che ''nperio'
». E questo disse Tulio de'
collegi.
Ma delle persone private brievemente tracterò. Or non si
debbe e' dire che ·ccoloro abino atteso al bene comune e quali
con sudore, et povertà, et esilio, et privatione de' figliuoli, et
perdimento di menbri, et morte, el pubrico bene hanno cre-
sciuto? Or non ci lasc<i>ò exenpro Cincinnato di lasc<i>are
liberamente le degnità nel termino, quando levato fu dallo
aratro et fatto dittatore, come Livio riferisce, e dopo la vit-
toria et triunfo, restituta la 'nperiale bacchetta a' consoli, si
tornò alle possessioni sue a sudare dietro a' sua buoi? Et a
laulde di costui Tulio contro allo Epicuro nel libro Del Fine
de' beni
così dice: «E nostri antecessori levorono dallo aratro
Cincinato perché fussi dittatore
». Ancora, Fabritio ci dette
grande exenpro di fare risistenza alla avaritia quando, benché
fussi povero, per la fede con la quale era leghato con la repu-
brica, rifiutò gran copia d'oro che gli fu hofferta. Ancora la
sententia di costui è confermata da Virgilio nel sesto, dicendo:
«Fabritio di poco potente». Oltre a questo, Chamillo ci dette
exenpro memoriabile di preporre la legge a' propi comodi; el
quale, secondo Livio, confinato, poich'aveva libera l'assediata
patria, et le spoglie romane aveva rendute a Roma, et contro
a la voglia di tutto el popolo della santa ciptà si partì, e non
tornò prima che el senato gli desse licenza di rinpatriare. E que-
sto come magnianimo è lodato da Virgilio nel sesto, dicendo:
«Camillo riporta e segni». Ancora el primo Bruto dimostrò
che e propi figliuoli s'avessono a posporre alla libertà della
patria; del quale dice Livio che, essendo consolo, dette morte
a' propii figliuoli, perché s'erano co' nimici accordati. La gloria
del quale rinnuova Virgilio nel sesto: «El padre chiamava a


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