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Catullus, Gaius Valerius - Carmina » Alighieri, Dante Monarchia - p. 367

Alighieri, Dante

Monarchia


si chiamano e duelli, perché tra due è questo conbattimento;
overo per contentione di più che ·ssi sforzano chi prima tra
loro a uno certo segno perviene, come aviene a quelli che ·ccho-
rono al palio. El primo modo fu figurato nel duello d'Erchole
et d'Anteo, del quale fece mentione Lucano nel quarto della
Battaglia farsalicha, et Hovidio nel nono Metamorfoseos;
el secondo modo è figurato apresso di que' medesimi in Atrante
et Ipomene nel decimo Metamorfoseos. è da sapere che in
questi due modi di conbattere è questa conditione, che nel-
l'uno e conbattenti si possino sanza ing<i>uria inpedire, come
è nel duello, ma nell'altro no; perché quelli che ·ccorono al
palio non debbono inpedirsi, benché 'l Poeta nostro paia che
abbi altrimenti sentito nel quinto, quando fece rimunerare
Eurialo. E però meglio Tulio nel terzo degli Hufici questo
vietò, seguitando la sententia di Crisippo, dove e' dicie in
questo modo: «Rettamente sentì Grisippo in questo, come
in molte altre cose, quando disse: 'Chi ·ccorre al palio debba
sforzarsi quanto più può di vincere, ma di dare ganbetto a ·cco-
lui che ·cconbatte co ·llui non debba'
». Fatta questa distin-
tione, possiamo pigliare due ragioni al proposito nostro molto
eficaci, una dal conbattere degli atleti che ·ccorono al palio,
l'altra dal conbattere de' duelli; e questo porrò ne' seguenti
capitoli.

Che 'l popolo romano, che avanzò tutti gli altri popoli nel
corere allo inperio, per divina rag<i>one avanzò. Capitolo
IX <VIII>.


Adunque quel popolo, el quale avanzò tutti gli altri nel
correre allo 'nperio del mondo, per divina rag<i>one avanzò.
Perché Dio ha chura di dichiarare la lite huniversale molto più
che la particulare; e certamente nelle particulari liti si richiede
il divino g<i>udicio, secondo quel proverbio che dicie: «A c-


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