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Valerius Flaccus, Gaius - Argonautica » Alighieri, Dante Monarchia - p. 368

Alighieri, Dante

Monarchia


chi Dio la concede, Santo Piero la benedicha». E però non è
dubbio che 'l prevalere de' conbattenti allo inperio del mondo
sia hordinato dal g<i>udicio divino. El popolo romano pre-
valse a ·ttutti e conbattenti per lo inperio del mondo; e questo
sarà manifesto se si considerano e conbattenti, et el premio
e 'l termino. Certamente el premio et el termino fu d'avanzare
tutti e mortali, inperò che questo si chiama 'inperio'. E questo
non avenne ad alcuno populo se none al romano, el quale non
solamente primo, ma solo, pervenne al termine della batta-
gl<i>a, come poco dipoi dichiareremo. El primo che tra mor-
tali si sforzò d'aquistare questo premio fu Nino re degli Assirii,
el quale, benché cholla donna sua Semmiramide per novanta
anni et più, come dicie Horosio, tentasse con arme di conse-
guire lo 'nperio del mondo, et tutta la Asia subg<i>ugasse,
nientedimeno le parti hoccidentali non sottomisse. Di costoro
fa mentione Hovidio nel quarto, dicendo: «Simiramis cinse
la ciptà con mura di mattoni
»; et dipoi dice: «Raguninsi al
corpo di Nino, et sotto l'onbra si nascondino
». El secondo
che cercò questo inperio fu Neghozzi re degli Egipti; e benché
tribulassi el mezo dì et el settantrione, come Orosio narra,
nientedimeno nonn–ottenne mai meza la parte della terra, ma
nel conbattere con gli Iscipti, innanzi che pervenissi al premio,
si fermò. Dipoi Cirro re de' Persi tentò questo medesimo; el
quale, distrupto Banbillonia, et ridotto lo 'nperio di Banbil-
lonia sopto e Persi, non conseguitato ancora le parti occiden-
tali, sotto Tamiride, reina degli Iscipti, perdé la 'ntentione sua
insieme con la vita. Dopo costoro, Serse, figlíuolo di Dario
et re de' Persi, con tanta moltitudine di gente assaltò el mondo,
et con tanta potentia, che trapassò el mare dividente l'Asia
dalla Europia, fatto un ponte intra Seston edd–Abidon. Di
questa opera mirabile fece menzione Luchano nel secondo libro
della Farsalica pugnia, così dicendo: «La fama canta che 'l
superbo Serse fece via sopra el mare
». Costui finalmente,
rimosso dal suo proposito, rimase miserabile, e non poté al
palio pervenire. Dipoi Allessandro, re di Macedonia, s'apressò


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