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Aristoteles - De coelo » Alighieri, Dante Monarchia - p. 342

Alighieri, Dante

Monarchia


angholi eghuali a due retti». Però dico che 'l g<i>udicio è
mezo tra ·lla aprensione et l'appetito: inperò che prima la
cosa s'aprende, et poich'ell'è conpresa si g<i>udica buona ho
mala, hultimamente colui ch'ha giudicato la seghuita ho e' la
fugge. Adunque, se 'l g<i>udicio muove in tutto l'appitito e
nonn–è inn–alcuno modo da ·llui prevenuto, certamente è li-
bero; ma se 'l g<i>udicio è mosso dallo appetito in qualunque
modo preveniente, non può essere libero, ma è menato da
altri preso. Di qui adiviene che' bruti non possono avere li-
bero arbitrio, perché lo appitito senpre previene a loro g<i>u-
dicio. Di qui ancora può essere manifesto che ·lle sustanze
intellectuali, che hanno le voluntà loro inmutabili, et ancora
l'anime separate che bene di questa vita si dipartono, non per-
dono la libertà dello arbitrio, benché la volontà loro sia in-
mutabile, ma perfettissimamente questa ritengono.
Per questo ancora è chiaro che questa nostra libertà, hovero
el prencipio d'essa, è el magiore bene che Iddio alla humana
natura abbia atributo — come g<i>à io dissi nel Paradiso della
mia Commedia — inperò che per questo dono noi siamo
qui felici chome huomini, et altrove come iddii. S'egli è così,
qual è quello che non dicha l'umana generatione essere hot-
time disposta, quando può hottime questo prencipio husare?
Ma quando ella è sotto el monarcha è massime libera, perché
è per chag<i>one di sé et non d'altri, nella qual cosa consiste
la libertà, come nella Metafisicha dicie Aristotile. Inperò
che quello che è per chagione d'altri è necessitato da quello
per chui chagione egli è, come la via è necessitata dal termine.
La generatione humana, solo signioreg<i>ante el monarcha, è
per cagione di sé et non d'altri, perché solamente allora le
torte republiche si dirizano — come sono le popolari, et quel-


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