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Iuvenalis, Decimus Iunius - Saturae » Campanella, Tommaso Epilogo magno - p. 413

Campanella, Tommaso

Epilogo magno


<Avvertimenti.
a. Pitagora ben disse che i moti celesti fanno harmonia.
b. La musica del cielo non si sente perchè è con-
naturale et ordinaria, ma sentemo i tuoni che son estraordinarii;
nè sentiamo suono minor di quel del nostro spirito, ma maggiore
del suono ordinario.
c. Aristotele, convinto del vero, non può negare che il suono
sia cosa reale, che muove la potenza ascoltativa: onde bisogna
lasciar le specie intenzionali et l'incorporeità del senso.
d. Damone col canto sanò gli ebbri, e Pitagora i pazzi: perchè
movendo lo spirito loro con maestria, lo dissciolgevano da i moti
temerarii e purgavano da vapor malo. Timotheo induceva qual
passione <volesse col canto>. Et in Puglia il suono sana i morsicati
dalla tarantola, i quali si dilettano di quel suono che li muove a
proporzione del loro affetto, et agitandosi con balli sudano e sanano.
E risentendolo poi si ricordano di quella passione e tornano al morbo:
come chi patisce nausea in facendosi, ricordandosi vomita. Heliseo
profeta per assottigliarsi lo spirito e renderlo obediente alla mente
profetale si fè suonar una citarra. E David consimilmente etc.>


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