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Epicurus - Epistula ad Menoeceum » Varchi, Benedetto Storia fiorentina - p. 650

Varchi, Benedetto

Storia fiorentina


dugenlocinquaut'anni di poi da Carlo Magno rie-
dificata. A queste si potrebbono aggiugnere prima
l'autorità di Dante che disse:
Quei cittadin che poi la rifondarno
Sopra 'l cener che d'Attila rimase,
Avrebber fatto lavorare indarno,

dove dicendo rifondarno, dimostra manifestamente
la sua opinione esser ch'ella infino da' fondamenti
fosse stata abbattuta: e poi quella di Fazio degli
Uberti cittadin fiorentino, il quale nel settimo canto
del terzo libro chiamato da lui Dicta Mundi, par-
lando di Firenze scrisse:
Grand'era e degna già di tutti onori,
Quando Totil crudele a tradimento
Tutta l'arse e disfe' dentro e di fuori;
Appresso a questo gran distruggimento
Per lo buon Carlo Magno fu rifatta,
E tratto Marte d'Arno, e posto al vento.

E con tutte queste ragioni e autorità sono al-
cuni, i quali non credono ch'ella fosse disfatta mai,
e hanno per favola che Carlo il grande la rifacesse,
sebbene egli v'aggiunse alcun ornamento, muran-
dovi la chiesa di Sant'Apostolo e alcuni altri edifici;
e la ragione allegata da loro è che Procopio Cesa-
riense, che scrisse le Guerre de' Gotti, nelle quali
personalmente si trovò, non ne fa menzione alcu-
na; e quello che più mi muove, è che egli lasciò
scritte queste parole in sentenza: «Fiorenza tutto che
fosse più volte tentata, nondimeno per la benignità
di Dio scampò sana e salva il furore di Totila». Al
che s'aggiugne che l'Aretino nella Guerra de' Got-


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