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Origenes - In Evangelium Johannis » Varchi, Benedetto Storia fiorentina - p. 1230

Varchi, Benedetto

Storia fiorentina


Creato il duca Alessandro nel modo che s'è
detto signore assoluto di Firenze, era in tutto l'uni-
versale una tacita mestizia e scontentezza. La plebe
e la maggior parte del popolo minuto e degli arti-
giani, i quali vivono delle braccia, perché non si
lavorando non si guadagnava, ed essendo tutte le
grasce carissime, stavano incredibilmente tristi e
dolenti tutti. I cittadini popolani veggendosi sbattu-
ti, e avendo chi il padre, chi il figliuolo e chi il fra-
tello, o confinati o sbanditi, e dubitando ognora di
nuovi accatti e balzegli, non ardivano scoprirsi, e
non che far faccende e aprire traffichi nuovi, ser-
ravano gli aperti, e si ritiravano nelle ville o per le
chiese, parte essendo e parte infingendo d'essere
non che poveri, meschini. I Palleschi, conosciuto,
ma fuor di tempo, come avviene le più volte, quan-
to si fossero ingannati, guardavano in viso l'un l'al-
tro senza far motto; perciocché s'erano persuasi di
dover essere piuttosto compagni che servi, e che
Alessandro, bastandogli il titolo di duca, dovesse,
riconoscendo così fatta superiorità da loro, lasciar-
gli trescare a lor modo, e   non ricercare, come si
dice per proverbio,
cinque piè al montone
. Ma egli
contuttoché non passasse ventidue anni, essendo
desto e perspicace di sua natura, instrutto da papa
Clemente, e consigliato dall'arcivescovo di Capo-
va, uomo sagacissimo, aveva l'occhio e poneva
mente a ogni cosa, e voleva che tutte si referissino
a lui solo. Dispiaceva ancora universalmente il ve-
dere che non il palazzo pubblico dei signori, ma la
casa de' Medici sola si frequentasse e fosse a tutte
l'ore piena di cittadini: dava terrore a tutto 'l po-


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