BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line

Varchi, Benedetto

Storia fiorentina


si disgusta dello stato e va a Roma. Moti de' Pistolesi e loro uc-
cisioni. Il duca Cosimo fa partire i cardinali e i fuorusciti dello
stato. Offerte fatte dallo stato di Firenze a Filippo Strozzi e sua
risposta. Pratiche de' fuorusciti in Bologna. Lettere del re di
Francia a Filippo Strozzi. Arrivo di Piero Strozzi in Bologna.
Male parole di Piero Strozzi al padre. Trattato d'Achille del Bello
di far rivolgere Castracaro. Castracaro in sollevazione. Speranze
de' fuorusciti nel re di Francia. Il duca Cosimo solo governa lo
stato. Natura de' Fiorentini. Sbanditi dal Borgo a San Sepolcro
offeriscono la città a Piero Strozzi. Villa di Plinio dove si crede
che fosse. Piero Strozzi con i fuorusciti s'incammina per sor-
prendere il Borgo a San Sepolcro. Il duca Cosimo è diligen-
tissimo nello spiare gli andamenti de fuorusciti. Provvisioni per
difesa del Borgo e d'Anghiari. I fuorusciti s'accostano al Borgo,
e subito si partono. Situazione di Sestino. Piero Strozzi vuole
entrare in Sestino ed è ributtato. Niccolò Strozzi morto e Ivo
Biliotti ferito. I fuorusciti e la loro gente si sbandano. Solleva-
zione del Borgo a San Sepolcro. Tumulto d'Anghiari. Piero Stroz-
zi ritorna a Roma. Istorici scrivono molte volte il falso, se non
son presenti a' fatti. Giovanni de' Pazzi signore di Civitella
Era venuta la notte destinata da' fati all'in-
felicissima morte del duca Alessandro, la quale fu
tralle cinque ore e le sei del sabato che precedette
la Befania, il sesto giorno di gennaio (secondo il
costume de' Fiorentini, i quali pigliano il giorno to-
sto che 'l giorno è ito sotto) dell'anno 1536, non
avendo egli fornito ancora il ventesimosesto anno
della sua vita; la qual morte io (perché se ne fa-
vellò e scrisse diversamente) racconterò con mag-
gior verità, avendola udita e da Lorenzo stesso nella
villa di Paluello otto miglia vicina a Padova, e da
Scoronconcolo medesimo nella casa degli Strozzi in
Vinegia; da' quali soli, e non da altri si poteva, se
mentire non volevano, il che a me non parve, la
certezza di questo fatto sapere; il quale prima che
io racconti, giudico esser ben fatto di ragionare al-
quanto della vita e costumi di lui.


pagina successiva »
 
p. 1475 [III, 250]