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Aristoteles - Historia animalium » Bruno, Giordano Furori - p. 815

Bruno, Giordano

De gli eroici furori


mo oggetto possa esser capito, ma per quanto l'intelletto
nostro possa capire: basta che in questo et altro stato gli
sia presente la divina bellezza per quanto s'estende l'ori-
zonte della vista sua.
Cicada Ma de gli uomini non tutti possono gionge-
re a quello dove può arrivar uno o doi.
Tansillo Basta che tutti corrano; assai è ch'ognun
faccia il suo possibile; perché l'eroico ingegno si conten-
ta più tosto di cascar o mancar degnamente e nell'alte
imprese, dove mostre la dignità del suo ingegno, che riu-
scir a perfezzione in cose men nobili e basse.
Cicada Certo che meglio è una degna et eroica
morte, che un indegno e vil trionfo.
Tansillo A cotal proposito feci questo sonetto:
Poi che spiegat'ho l'ali al bel desio,
quanto più sott'il piè l'aria mi scorgo,
più le veloci penne al vento porgo:
e spreggio il mondo, e vers'il ciel m'invio.
Né del figliuol di Dedalo il fin rio
fa che giù pieghi, anzi via più risorgo;
ch'i' cadrò morto a terra ben m'accorgo:
ma qual vita pareggia al morir mio?
La voce del mio cor per l'aria sento:
«Ove mi porti, temerario? china,
che raro è senza duol tropp'ardimento»
«Non temer (respond'io) l'alta ruina.
Fendi sicur le nubi, e muor contento:
s'il ciel sì illustre morte ne destina».

Cicada Io intendo quel che dice: "basta ch'alto mi
tolsi"; ma non quando dice: "e da l'ignobil numero mi
sciolsi", s'egli non intende d'esser uscito fuor de l'antro
platonico, rimosso dalla condizion della sciocca et
ignobilissima moltitudine; essendo che quei che profit-
tano in questa contemplazione non possono esser molti
e numerosi.

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