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Alighieri, Dante - Divina Commedia » Biblia, Is » Bruno, Giordano Furori - p. 789

Bruno, Giordano

De gli eroici furori


lui; la sorte non è altro che la disposizion fatale et ordi-
ne d'accidenti, alli quali è suggetto per il suo destino;
l'oggetto è la cosa amabile, et il correlativo de l'aman-
te; la gelosia è chiaro che sia un zelo de l'amante circa
la cosa amata, il quale non bisogna donarlo a intendere a
chi ha gustato amore, et in vano ne forzaremo dechiarar-
lo ad altri. L'amore "appaga": perché a chi ama, piace
l'amare; e colui che veramente ama non vorrebbe non
amare. Onde non voglio lasciar de referire quel che ne
mostrai in questo mio sonetto:
Cara, suave et onorata piaga
del più bel dardo che mai scelse Amore;
alto, leggiadro e precioso ardore,
che gir fai l'alma di sempr'arder vaga;
qual forza d'erba e virtù d'arte maga
ti torrà mai dal centro del mio core,
se chi vi porge ogn'or fresco vigore
quanto più mi tormenta, più m'appaga?
Dolce mio duol, novo nel mond'e raro,
quando del peso tuo girò mai scarco,
s'il rimedio m'è noia, e 'l mal diletto?
Occhi, del mio signor facelle et arco,
doppiate fiamme a l'alma e strali al petto,
poich'il languir m'è dolce e l'ardor caro.

La sorte "affanna" per non felici e non bramati suc-
cessi, o perché faccia stimar il suggetto men degno de la
fruizion de l'oggetto, e men proporzionato a la dignità
di quello; o perché non faccia reciproca correlazione, o
per altre caggioni et impedimenti che s'attraversano.
L'oggetto "contenta" il suggetto, che non si pasce d'al-
tro, altro non cerca, non s'occupa in altro, e per quello
bandisce ogni altro pensiero. La gelosia "sconsola", per-
ché quantumque sia figlia dell'amore da cui deriva,
compagna di quello con cui va sempre insieme, segno
del medesimo, perché quello s'intende per necessaria
consequenza dove lei si dimostra (come sen può far

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