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Iuvenalis, Decimus Iunius - Saturae » Gualterotti, Raffaello Feste nelle nozze ... Con aggiunte - p. 34

Gualterotti, Raffaello

Feste nelle nozze del Serenissimo Don Francesco Medici Gran Duca di Toscana, e della Sereniss. sua Consorte la Sig. Bianca Cappello ... Con aggiunta et correzzioni di molti particolari et con tutti i disegni


uscire questa marina conca, entrò nello steccato un monte di
terra, così.
Il quale, per la sua gravezza non potendo muoversi, si fermò
et apersesi, in questa guisa.
Videsi nel mezo di questo monte un piano con bellissime bo-
scaglie d'intorno, delle quali uscivano molte fiere e molte cose
di bella inventione. Ma per essersi male accomodato nel campo,
non si videro i fuochi lavorati e le caccie che vi si fecero, che fu-
rono tutte cose in sé e fuora di sé bellissime, ma o non vedute
o poco vedute almeno; anzi, mentre che tali cose si facevano, per-
ché tutto il teatro non istesse a disagio cominciò un'altra festa,
e vennero in campo i guerrieri intorno alla Sbarra; come man-
tenitore, il Signor Mario Santa Fiore, et come venturiero il Sig.
Conte Ulisse Bentivogli. Questi, con molta gratia rotte le loro
tre lancie, et con molta forza et arte colpitosi con lo stocco, si ri-
tiraro a dietro, divisi dal Maestro del campo e da' suoi compa-
gni, et dettero luogo a due altri Cavalieri. L'uno, il mantenitore
fu l'Eccellentiss. Signor Don Pietro Medici, e 'l venturiero il Sig.
Giuliano Ricasoli, che fecero molto bella vista nell'una e nell'al-
tra battaglia della lancia et dello stocco, et si ritiraro divisi. Ven-
ne come mantenitore il Serenissimo Gran Duca, et come ventu-
riero il Capitano Aldello Placidi; et fu la battaglia piena di pia-
cevolezza e virtù. Qui tutti i Cavalieri col medesimo ordine
che erano venuti ancora combatterono, hora con questo et hora
con quello de' mantenitori, che fecero bel vedere assai, perché la
cosa era bella in sé, ma molto più perché la variava gli spettacoli,
e faceva esser le mostre e le inventioni più grate. Finito di com-
battere i Cavalieri, che già erano venuti la loro querela, vennero
quegli che erano nel bosco delle caccie, i quali innanzi haveano
publicato questa lettera:
Al Gran Mago Filaneo, i tre Cavalieri Polidacrio,
Adrasto et Pieromine.
Se tu Gran Mago altre volte per cortese natura tua ti sei mo-
strato compassionevole dell'infelicissimo nostro stato, hora
degnati mostrartene, per compiacere a uno honesto desiderio
nostro. Tu già cortesemente ne ricevesti in questa Isola solita-
ria, da te eletta alli studii tuoi conforme, dove non si vedevano
vestigii humani altri che i tuoi, acciò che potessimo viverci tale



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