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Vergilius Maro, Publius - Bucolica » Gualterotti, Raffaello Feste nelle nozze ... Con aggiunte - p. 12

Gualterotti, Raffaello

Feste nelle nozze del Serenissimo Don Francesco Medici Gran Duca di Toscana, e della Sereniss. sua Consorte la Sig. Bianca Cappello ... Con aggiunta et correzzioni di molti particolari et con tutti i disegni


questi parevano, essendo alquanto discosto alle colonne, che vo-
lessero fare un'altra base, et di loro un nuovo teatro; sì che, per i
lumi che nei lanternoni splendevano, quegli che circondavano
il primo ballatoio et quegli che erano in aria sospesi, quegli che
nelle piramidi rilucevano e sopra le mensole e candellieri, e que-
gli che erano in diversi vasi in terra, non si discerneva più che
una chiara chiarezza. Oltre che a questo, v'aggiunsero che allato
a ogni mensola posero una torcia in terra, sì che d'intorno ad
ogni colonna ad essere venivano, tra sopra e sotto, dodici torce;
né bastò questo, che la Sbarra propria con una ghirlanda di circa
sessanta vagamente circondarono, sì che nel cerchio di quattro-
cento braccia si videro in un subito accendere più di mille otto-
cento lumi, e ciò fu fatto da huomini e fuochi artificiosamen-
te lavorati. Intorno allo steccato erano armate due squadre,
l'una di Cavaleggieri, che sotto la custodia erano del valoroso Si-
gnor Pierantonio da Vernia, l'altra degli Alabardieri, che per
guardia alla persona di S. A. et al palazzo ordinariamente servo-
no; nelle armi de' quali ripercotendo gli accesi lumi, raddoppia-
vano a mille doppi il lume. Né si poteva torcer gli occhi in parte
alcuna, che non si scorgessi una mirabile luce et una divina bel-
lezza, generata da infinite bellezze, fra le quali la men bella e la
men preziosa era quella delle molte ricchezze, che innumerabili
erano, che si vedevano intorno intorno risplendere; et chi prima
non haveva conosciuto, potette bene all'hora chiaramente cono-
scere quanto l'arte possa vincer la natura. Et era quasi in que-
sta forma.
Questa era una parte della festa, ma era un adornamento im-
mobile; e se bene ella era bella di tal maniera che i riguardanti
non credevano che cosa più bella si potessi vedere, circa un'hora
di notte si sgannarono, e veddero che, se bene la non era vinta, la
si poteva con facilità agguagliare in molte parti. Era il lumino-
so e pomposo teatro ripieno di un mirabile silenzio, perché già il
desiderio a' taciti cenni comprendeva doversi cominciare li fe-
stevoli giuochi, le pericolose guerre immitanti, quando di
sotto la tenda che chiudeva la grotta si videro uscire due huomi-
ni alla Persiana, con due piccioli Etiopi. Gl'habiti erano vaghi
e ricchi, di sopra di raso incarnato, e sotto di ermisin giallo. Que-
sti, accostatosi a due capanne che sotto i palchi da ambedue le ban-
de del cortile, una per banda, erano con molta grazia accomodate
fuora, ne trassero due elefanti di notabil grandezza, che guidati


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