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Iuvenalis, Decimus Iunius - Saturae » Gualterotti, Raffaello Feste nelle nozze ... Con aggiunte - p. 26

Gualterotti, Raffaello

Feste nelle nozze del Serenissimo Don Francesco Medici Gran Duca di Toscana, e della Sereniss. sua Consorte la Sig. Bianca Cappello ... Con aggiunta et correzzioni di molti particolari et con tutti i disegni


La Notte io son, che qui nel vostro lido
Di tante liete altere
Pompe, e di tanti Fregi
Vengo a rendervi gratie, o sommi Regi.
Questi saggi Guerrieri
Hor combattendo mostrerranno a voi
O del campo Toscan famosi Eroi,
Che la bellezza, i portamenti alteri
E tutti altri honor suoi
(Come in più degna sede),
Solo alle donne loro Amor concede.
Furono questi, con tutta la inventione, fatti dal Signor Palla
Rucellai; la musica dal Signor Piero Strozzi, et quegli che la
cantò fu M. Giulio Caccini. Finita la dolcezza della voce, che fu
dolcissima, scesero dal carro con bell'ordine due tamburini vesti-
ti a livrea di drappo rosso e giallo; poi uscirono due paggi vestiti
di teletta e tocche d'oro, con trine et abbottonature d'oro. Que-
sti gl'elmi de' lor Signori in testa con ricche piume portavano, e
nell'una delle mani un martello inargentato, nell'altra uno scu-
do simile a quello che già diè Tetide al figliuolo. Dopo loro uscì
un solo patrigno; questi era il Signor Ciro Aridosio. Poi vennero
due Cavalieri armati di arme bianche, ricamate d'oro, e di colo-
re chermisì, con calze di seta rossa e d'oro riccamente lavorate,
con cimiero grandissimo et al pari d'ogn'altro ricco. Il primo che
si vide fu il Sig. Giuliano Ricasoli, con nome di Erodulo, cioè se-
guace d'Amore, il quale sopra il cimiero haveva questa impresa,
la stella di Venere che con l'aurora d'intorno faceva biancheg-
giare l'Orizonte, con motto:   Noster albescit polus. L'altro era il
Capitano Aldello Placidi, con nome di Cavaliere Sarpedone, no-
me di antico e valoroso Cavaliero; e sopra l'elmo portava per im-
presa una Luna mirata dal Sole, con motto:   Aspice, et aspiciar.
Questi, fatto di loro bella mostra, fatte le solite reverenze e fede
dal Signor Ulisse Bentivogli, si posero a sedere.
Mentre che ciascuno lodava la peregrina inventione della Not-
te, ecco entrare nello steccato la bellissima Dea Venere, bella lu-
ce notturna, sopra un carro trionfale bellissimo, con una schie-
ra de' suoi nudi Amori. Era il carro alto da terra otto braccia, in
cima del quale sopra uno scoglio sedeva Venere, et intorno in


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