Patrizi, Francesco

L'amorosa filosofia

parole dell'uno, et alle dita de' tasti: cosa che è tanto dif-
ficile, che tiene quasi dello impossibile. Et perciò la sua
impossibilità non è stata fin hora da alcun maestro supe-
rata fuorchè da solo costui. Et questi è poi stato dalla si-
gnora Tarquinia di gran lunga superato. Con ciò sia che il
Ferabosco nelle dificultà e ne' passi stretti ove l'occhio non
può supplire al bisogno di vedere tutte le note ad una ad
una, ci ricorre al contrapunto et riempie que' vacui che
l'occhio converrebbe di lasciare non tocche. Ma la signora
obligandosi a tutte le note ad una ad una per minime o
semiminime che sieno, et a tutte le parole, supera anco
questa difficultà sì grande, con grande stupore di chiunque
la vede a ciò fare et ode. Ma niuna cosa si può sentire sopra
tutta la Terra universa, nè più leggiadra nè più dolce nè più
soave nè più mirabile nè più divina, che il sentirla cantare
a liuto, al quale atto non è niuno di sì rozzo animo o sì freddo
che non si senta commovere e riscaldare tutte le vene e i
polsi, empire l'anima sifattamente che le paia di certo di
stare tra gli angeli di Dio in paradiso. Di questo canto
stupì tanto il duca Alfonso e la duchessa di [...], che
per testimonio di ciò et per merito della sua virtù nelle
feste publiche che essi fecero in Modona, sempre le diede
a sedere luogo pari alle loro altezze, con molta invidia, come
è verisimile, e di tutte le nobilissime donne e di tutti gli
huomini presenti. Del qual canto che fu di varie cose, re-
stò favoritissimo del duca quel sonetto del Petrarca, «

Hor
che il ciel e la terra, e'l vento tace,» che per la mera-
viglia che il duca ne prese fu fatto replicare ben quattro
et sei fiate. E di comandamento di lui il Pigna poetò quat-
tro sonetti, de' quali basterà che io ne dica uno per te-
stimonio, se io potessi, eterno di questo fatto e della gloria
di lei[...]

pagina successiva »

p. 42