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Vergilius Maro, Publius (Pseudo) - Catalepton » Patrizi, Francesco L'amorosa filosofia - p. 18

Patrizi, Francesco

L'amorosa filosofia


Multi illum pueri, multae cupiere puellae.
Passò in lui dal gran padre molto della dottrina paterna,
perciò che fu scrittore di prosa quasi pari al padre, ma par-
latore fu maggiore di lui; e di tanta copia et ornamento di
parole e di concetti che eccittava di sè in ogniuno le ma-
raviglie. Passò in lui parimente il favore della corte, e fu
favorito da papi e da cardinali et d'altri gran principi. Et
hebbe da Carlo V imperatore una commenda di S. Giacopo,
cosa che a que' tempi a pochi altri che a spagnuoli nobi-
lissimi si donava.
Del cavaliere Camillo adunque nacque per primo figlio la
padrona Tarquinia; alla nascita della quale non sopravisse
il gran Molza più che nove mesi: ne' quali non si vide mai
satollo di contemplare il suo corpicino, parendogli, sì come
hebbe molte volte a dire (di che vive in molti la memoria),
che non potea la natura haver fatto il meglio formato nè
il più proportionato corpo di quello, nè il più bello, se un
poco più di bianchezza gli havesse donato. Et per certo per
quanto puote per oltre le vestimenta tralucere di fuori la
figura sua, egli punto non si ingannò. Di che per aventura
altri, che <h>a da dire dopo me, dirà a pieno. Hebbe poi il
cavaliere più figli, tre maschi e quattro femine bellissimi
tutti. Fu in pensiero di condurre tutta la sua famiglia a
vivere qua; et a questo fine, tutte le balie e serve e servitori
di casa volle che fossero Romani, perchè i figliuoli appren-
dessero a parlare questa lingua. Tenne don Gio<vanni> Po-
litiano in casa, creato et beneficiato del gran Molza, huomo
di rara bontà e di vista innocente et dottissimo nelle lingue
latina, greca et hebrea, al quale diede la cura de' figli ma-
schi, perchè i riuscissero figliuoli simili al padre et al grande
avo. E la Tarquinia fu posta dalla madre insieme con le
sorelle ad essercitii feminili del cucire. Il quale ella andò
fuggendo sempre che potè, perciò che avanti che conoscesse
lo A. B. era si vaga di tenere un libricciuolo in mano e di


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