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Plato - Respublica » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 101v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


talo, dalla cui secondo Homero nella Iliade hebbe dodici figliuoli. Ma secondo i Poeti La-
tini, et spetialmente Ovidio, n'hebbe quatordici, i quali per la superbia di Niobe veggen-
do essere stati morti da Apollo et Diana, sé stesso con un coltello amazzò. Hora ci resta-
no a dichiarare le fittioni. Dicono adunque che costui fu generato da Giove toro, overo
Satiro; il che penso essere finto per dimostrare il fervore della libidine che ci opprime,
percioché altrove si scrive Antiopa per forza essere stata oppressa. Nondimeno Theodon-
tio dice che Amphione et i fratelli furono figliuoli non di Giove, ma di Epapho et An-
tiopa, et che per questo Antiopa fu repulsata dal marito Linceo Re di Thebe d'Egitto.
Contra il cui Linceo movendosi, i giovani, già cresciuti in età, l'amazzarono et fuggiro-
no in Grecia, dove ricevuti da Cadmo già vecchio il privarono del reame, et si chiama-
rono figliuoli di Giove. Questi fu in fiore (sì come dice Eusebio nel libro dei Tempi) nella musi-
ca, regnando Linceo in Argo. Ch'egli poi in edificar Thebe col suono della lira movesse
i sassi (secondo Alberico), non fu altro che con dolce armonia di parole persuasi agli igno-
ranti, rozi et duri huomini che qua et là sparsi dimoravano, che insieme si convenisse-
ro et civilmente vivessero, et per publica difesa circondassero una città di mura. Il che
fu fatto. Che poi egli havesse da Mercurio la cithara, ciò fu (secondo ch'affermano i Ma-
thematici) perché dall'influsso di Mercurio hebbe la eloquenza.
I quatordici figli-
uoli d'Amphione.
Di Niobe hebbe Amphione sette figliuoli et tante figlie, de' quali que-
sti furono i nomi: Archemoro, Antegoro, Tantalo, Phadimo, Sipolo,
Xemarco et Epinito. Le figliuole poi furono Asticratia, Pelopia, Che-
lori, Cleodose, Ogune, Phitia et Nerea. Ovidio dice che i maschi furo-
no amazzati da Apollo per la superbia di Niobe, che contra Lato-
na sparlava; et le femine furono morte da Diana al conspetto della
madre. Nondimeno Ovidio discorda da Lattantio in alcuno dei nomi, percioché invece d'
Archemoro, Antegoro, Xemarco et Epinto, Ovidio vi mette Ilmeno, Alphenore, Da-
masicone et Ilioneo. Tra questi non so quale Homero chiamasse Amalea; il qual Homero
dice che questi tali figliuoli, amazzati, stettero nove anni senza sepolcro. Finalmente con-
vertiti que' popoli in sassi, furono coperti, benché altrove dice che furono sepolti nel mon-
te Siphilo. Che adunque questi tali figliuoli morissero così in un subito, credo che ciò ave-
nisse per la peste, essendone Apollo il rovinatore; et di qui avenne che (mancando gli
huomini) mancarono ancho chi loro sepellissero. I quali huomini venuti meno, et conver-
titi in sasso, cioè in polve, coprirono quelli non sepolti, overo fu tenuto che gli coprisse-
ro. Overo (il che penso più tosto) che i popoli divenuti di sasso, cioè indurati per li mali,
trovate dell'urne, come dice Homero, gli sepellirono appresso il monte Siphilo, percio-
ché alle volte per la soverchia pietà non possiamo quello che debbiamo. Overo puo-


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