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Plautus, Titus Maccius - Curculio » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 102v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


tendeno in bene. Et essendo Venere cagionatrice di tutte le congiuntioni per la potenza a
lei conceduta, sì come è stato detto di sopra, meritamente a quella compiacciono, veggendo-
si sempre che alcuno, per lo precedere di qualche gratia, s'unisce overo diventa amico
d'un altro, come sarebbe a dire per lo mezzo d'alcuno beneficio fatto, overo per confor-
mità di complessione et costumi, o per agguaglianza di studi et altre cose simili. Et pe-
rò (sì come piace a Fulgentio) Pasithea, la quale è la prima delle Gratie, s'interpreta attra-
hente, percioché principalmente per ogni causa che si moviamo siamo condotti dal desi-
derio che in noi d'alcuna cosa nasce. La seconda, che si chiama Egiale, s'interpreta lusin-
gante, o vogliamo dir dilettante; conciosia che se in processo di tempo non ci dilettasse quel-
lo c'habbiamo per inanzi desiderato non si continuarebbe nell'amicitia, anzi subito si
sciorebbe; et però è necessario che piaccia et diletti quello che per inanzi ci havea mos-
so. La terza poi si chiama Euphrosine, il che suona retinente; affine che per ciò s'intenda
ciascuno essere guidato invano alla dilettatione di qualunque cosa, et così condotto vana-
mente dilettarsi, se ciascuno con l'opra sua non ritiene quello che l'havea condotto et gli
diletta. Et di qui puoi conoscere due delle Gratie venire in te, overo altrimenti. Se alcuna
speme haverai posto in cosa grata, da quella il doppio et più in te ritornare vedrai; et
perciò Ilioneo appresso Virgilio dice a Didone:
Né d'esser stata prima a te non caglia.
Come s'egli voglia intendere et dire, se tu farai qualche bene a noi, et che Enea viva,
tu riceverai da lui il merito doppio. Sono dette poi bagnarsi nell'Acidalio fonte, perché
Acida in greco volgarmente vuol dire cura, overo pensiero. Là onde questo è finto affine
che sentiamo che mentre siamo condotti, mentre prendiamo dilettatione et mentre ci
sforziamo fermarci, siamo travagliati da diversi pensieri. Non per altro vollero ch'elle
caminassero ignude eccetto accioché conoscessimo, nel pigliare le amicitie, nessuna cosa
non finta, non vestita né contrafatta dovervi intervenire; anzi a ciò dobbiamo condursi
con la mente pura et aperta, percioché quelli che cercano altrimenti più tosto si ponno
chiamare mercanti d'amicitie che veri acquistatori di quelle.
Lacedemone undecimo
figliuolo del secondo Giove, che generò Amiclate.
Lacedemone (come scrive Dite Candiano in quel libro
ch'egli compose sopra l'Espositione dei Greci contra Troiani) fu figlio
di Giove et Taigeta, figliuola d'Agenore re di Phenicia; benché Eu-
sebio nel libro dei Tempi dica che fosse figlio di Semele, senza sapersi il
padre, et che edificasse Crotopo città, regnando Lacedemone in Argo.
Amiclate figliuo-
lo di Lacedemone, che generò Argalo.
Sì come afferma il predette Dite, Amiclate fu figliuolo di
Lacedemone, benché vi siano libri ne' quali si legga Lacedemonii


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