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Plautus, Titus Maccius - Bacchides » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 104v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


Cartagine figliuola
del quarto Hercole.
Cartagine, sì come è stato mostrato di sopra, fu figliuola
del quarto Hercole, et è quella città che noi chiamiamo Cartagine.
La quale fu detta figliuola d'Hercole perché dai Phenici fu edificata
con l'augurio d'Hercole suo Iddio, et da loro in molta riveren-
za tenuto.
Minerva, quartadeci-
ma figliuola del secondo Giove.
Minerva, non quella c'hebbe il cognome di Tritonia, fu figlia
del secondo Giove, come scrive Tullio nelle Nature dei Dei; la quale l'i-
stesso Tullio afferma che fu inventrice et prencipe delle guerre. Et
però da alcuni è chiamata Bellona, sorella di Marte et guidatrice di
carrette; come pare che dimostri Statio, dicendo:
Regge Bellona con la man sanguigna
I cavalli, et aggira i lunghi dardi.

Né questa fu quella che gli antichi affermarono esser vergine et sterile; anzi, come vuole
il medesimo Tullio, di Vulcano antichissimo figliuolo del Cielo ella partorì il primo
Apollo. Oltre ciò (come dice Leontio) questa è quella che fu finta in armi famosa, con gli
occhi oscuri, con l'hasta in mano lunghissima et con lo scudo di christallo; et questo più
per dimostrare la guerra ritrovata da lei che per altro significato. Il che io non credo; an-
zi tengo che tutte quelle insegne a lei siano attribuite per dinotare qualche misterio.
Percioché, essendo tutti noi travagliati da continue guerre, istimo che la fingano armata
affine che siamo ammaestrati gli huomini aveduti star sempre apparecchiati in armi, cioè
in consigli, con i quali si possa ostare alle cose che ponno nuocere. Ch'ella habbia gli occhi
oscuri et biechi, dinota il saggio così liggiermente non poter essere allacciato, dimostran-
do per lo più in apparenza il contrario di quello ch'egli nell'animo tiene, sì come fa quel-
lo c'ha gli occhi biechi; il quale tiene il guardo altrove che non istimano quelli che il guar-
dano in faccia. Si dedica a lei l'hasta lunga, accioché conosciamo l'huomo prudente co-
noscer ancho le cose lontane, et ancho di lontano tirar colpi et da sé cacciare gl'insidianti.
Lo scudo cristallino poi a lei è attribuito affine che appaia, nel trasparente cristallo et
fermo corpo, l'huomo saggio dirittamente veder insieme et l'opre dell'inimico et il saper di-
fender sé stesso con necessari rimedi. Appresso (dice Lattantio) che costei hebbe contentio-
ne con Nettuno in dar nome alla città d'Athene, et che in presenza dei dei contrastarono
insieme; onde per loro sentenza fu diterminato che ciascuno di loro percuotesse la terra,
et che da quella percossa che producesse più lodevole effetto, colui imponesse il nome alla
cittade. Là onde Nettuno percossa la terra con il tridente fece uscire un cavallo, et Mi-
nerva con l'hasta l'uliva; la quale essendo parsa più utile del cavallo, Minerva per semen-
za degli dei chiamò la città dal suo nome Athene, perché Minerva da' Greci è detta Athe-


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