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Vergilius Maro, Publius (Pseudo) - Catalepton » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 105r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


na. Il figmento che in ciò si contiene, così l'espone Alberico. Dice che stette alquanto in
dubbio Cecrope edificator di Athene, che medesimamente fu ne' tempi di questa Minerva
(sì come è chiarissimo ancho appresso Theodontio), se doveva darle nome o dalla commo-
dità del mare, che le dava molta utilità et le era molto vicino, o dalla commodità della
terra, della quale ancho era molto abondante et a lei non poco necessaria. La qual com-
modità del mare volsero figurare per lo cavallo, conciosia che il mare si muove et gira
come un cavallo, et il cavallo è come il mar veloce, et alle volte impetuoso et pieno di
soverchio furor, sì come il mare. Et la terra figurarono per l'uliva, o perché il loco sia
fertile d'olive, o perché il terreno sia grasso et abondante. Finalmente veggendo l'ave-
duto huomo le commodità del mare per diverse cagioni poter esserle tolte, et le terrestri
per ogni caso ch'occorra restar continue, giudiciò dar nome alla città dalle cose terre-
stri perpetue, et però la chiamo Athene, il che latinamente suona immortale. Ma io isti-
mo che, essendo la città d'Athene maritima, nascesse divisione tra i nocchieri et gli huo-
mini mecanici, cioè che i marinari mostrassero che per lo navigar del mare et per li
navili delle mercatantie molto s'accrescesse la città; le quai cose si debbono intendere per
lo cavallo. Et che i Mecanici all'incontro mostrassero che con le arti et con l'agricol-
tura si sostentano et aumentano le cittadi; le quali arti si figurano per l'oliva, essendo
il suo licore necessario et buono, et che amplia. Di che dagli dei, cioè dai giudici fat-
ti sopra ciò, fu publicata la sentenza in favor dei mecanici; onde qui non senza ragione
viene indutto Nettuno per l'arte marinaresca, et Minerva per l'arti mecaniche, la
quale fu quasi inventrice di tutte l'arti. Potrebbe quivi opporsi alcuno et dire che il
primo Giove detto re d'Athene fu molto prima che Cecrope; et nondimeno habbiamo
detto che Cecrope fu edificator d'Athene. Questa oppositione con poche parole risolve
Leontio. Dice che non di novo fu edificata Athene da Cecrope, ma fu ritirata più vici-
no al mare, et che quel tempo nella roccha vi nacque l'oliva senza esservi piantata.
Arcade quintodecimo
figliuolo del secondo Giove, che generò Ionio.
Arcade fu figliuolo di Giove et Calisto Nimpha, sì come chia-
ramente dimostra Ovidio. La madre di costui, dopo che Licaone suo
padre fu da Giove cacciato del reame (secondo che riferisce Paolo)
si fece delle compagne di Diana; et menando la sua vita in caccie
et essendo venuta bellissima fu amata da Giove, il quale (come dice
Ovidio) in forma di Diana tra l'ombre dei boschi la ingannò, et di
sé la fece pregna. Onde crescendole il ventre, et dalle donzelle compagne essendo invitata
a lavarsi in una fonte dove ancho si bagnava Diana, ella temendo di non far palese il
suo peccato se mettesse giù le vesti, faceva resistenza di lavarsi. Finalmente spogliata dal-
le donzelle, et veggendole Diana il ventre gonfio, subito cacciolla dalla sua compagnia;
onde poi quella partorì Arcade. Di che essendosi accorto Giunone, et contra lei mossa ad
ira, la pigliò per li capelli, et poscia che molto s'hebbe sfogato lo sdegno la cangiò in


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