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Plato - Epinomis » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 109r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


mina, et essendo indarno più volte da Priamo richiesta, partorì a Thelamone Teucro.
Lampo, Clitione et
Ioetaone, figliuoli di Laumedonte.
Lampo, Clitione et Ioetaone furono figliuoli di Laumedonte, sì co-
me dimostra Homero nella Iliade, così dicendo:
Laumedonte generò Titone
Priamo, Lampo, e appresso Clitione.

Indi Ioetaon, ramo di Marte.


Di questi tre non havemmo altro che il solo nome.
Titone figliuolo di
Laumedonte, che generò Mennone.
Titone, come di sopra s'è mostrato per li versi d'Homero, fu fi-
gliuolo di Laumedonte; il quale essendo bellissimo giovane, secondo
che dice Servio fu amato dall'Aurora et da lei rapito, dalla cui (dico-
no) c'hebbe un figliuolo chiamato Mennone. Indi havendo egli deside-
rato viver lungamente, et havendo ciò ottenuto, finalmente fu converti-
to in una cicada. Che costui fosse rapito dall'Aurora non istimo voler
significar altro eccetto ch'egli, tratto dal disio di regnare, intesa forse qualche nova per
la quale poteva sperare acquistar un impero, lasciata la patria se n'andasse in Oriente, da-
i quai popoli orientali a noi si leva l'aurora; et di quelli havendone soggiogati molti, a
loro signoreggiò. Perché poi fosse convertito in cicada, si ponno mostrare alcune ragio-
ni. La prima de' quali è che, sì come le cicade si nodriscono della rugiada matutina che nel-
l'aurora cade, così costui delle ricchezze orientali, che sono sotto l'aurora, si nodriva. Ol-
tre ciò, perché le cicade sono nere et nascono verdi, così costui, che nacque bianco, toccato
dall'ardore del Sole di quel paese dove era passato, secondo il costume degli altri habi-
tatori divenne nero. Finalmente, perché essendo vecchio intese la morte del figliuolo Men-
none et la rovina de' suoi, cadè in lamentevole vecchiaia, et indi se ne morì, sì come fanno
le cicade; le quali paiono più tosto lamentarsi che cantare, et finalmente dopo lunga que-
rela crepando si moiono.
Mennone figli-
uolo di Titone.
Mennone, per testimonio d'Ovidio, fu figliuolo di Titone et del-
l'Aurora. Dicono che costui venne con grandissimo numero di genti
orientali in aiuto di Priamo, et che combattendo fu morto da Achil-
le. Del quale favolosamonte Ovidio dice che, mentre egli posto nel ro-
go s'abbruggiava, per preghi della madre Aurora fu da Giove can-
giato in uccello, et insieme con quello dalle faville della fiamma usciro-
no molti uccelli. I quali tre volte con gran gridi havendo circondato il foco si partirono,


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