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Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


ris a lei apparve in sogno di partorire una facella che abbrugiava et rovinava tut-
ta Troia. Per lo qual sogno Priamo pieno d'affanno andò a consultarsi con l'ora-
colo d'Apollo, il quale gli rispose che per opra di quel figliuolo c'havea a nascere
Troia andarebbe in ruina. Là onde Priamo comandò ad Hecuba che facesse morire quella
creatura che di lei nasceva. Ma Hecuba partorito c'hebbe quel figliuolo et veggendolo
bellissimo, di lui mossa a compassione il diede ad alcuni che il portassero ai pastori reali
che l'allevassero. Così sul monte Ida da pastori fu nodrito; et essendo in età cresciuto heb-
be a fare con Oenone Nimpha Idea, et di lei creò due figliuoli. Oltre ciò essendo tra tut-
ti i litiganti giustissimo, crebbe di maniera in grandissima fama di giustitia che, litigan-
do Pallade, Giunone et Venere sopra la loro bellezza per lo pregio del pomo d'oro che
nel convito le fu gittato dalla Discordia, nel quale era scritto:   Diasi alla più
bella
, da Giove furono mandate per la sentenza da Paris. Le quali (come dicono)
se n'andarono a lui, et all'ombre dei dilettosi boschi d'un loco che si chiamava Mesaulo
spogliatesi le vesti, a Paris si mostrarono ignude. Indi a lui disse Pallade: "Se giudichi me
più bella dell'altre due, io ti darò la cognitione di tutte le cose." Così Giunone soggiunse:
"Et io ti darò il dominio dei reami et delle ricchezze." Seguì poi Venere: "Et io ti promet-
to la più bella donna del mondo"; dalla cui concupiscenza commosso il selvaggio giudice giu-
dicò il pomo essere di Venere. Finalmente (come dice Servio) questo Paris, secondo i fat-
ti di Troia scritti da Nerone, fu di maniera fortissimo che nel contrasto dello steccato che si
faceva in Troia vinceva tutti, et ancho esso Hettore; il quale mosso ad ira perché era
vinto, et stringendo la spada per amazzar quello, da lui tenuto per pastore, egli subito gli
disse ch'era suo fratello; il che confermò col mostrargli i manili c'havea alle braccia, da
lui tenuti nascosti sotto la veste di pastore. Là onde alcuni vogliono che essendo in questo
modo conosciuto fosse raccolto nel palazzo reale. Indi, apparecchiate venti nave, da
Priamo sotto spetie di legatione fu mandato in Grecia per domandar Hesiona; dove al-
cuni vogliono, et tra questi Ovidio, sì come si vede nelle sue Epistole, ch'egli fosse ricevu-
to et honorato da Menelao. Altri poi tengono ch'egli venisse in Grecia non vi essendo
Menelao, et che mosso dalla fama della bellezza d'Helena se n'andasse a Spar-
ta, et che desse l'assalto a quella nell'anno primo dell'imperio d'Agamennone,
non v'essendo né Castore né Polluce; i quali erano andati da Agamennone, et
seco haveano menato Hermiona figliuola d'Helena et Menelao. Così presa la
città, per forza rapì Helena et portò via tutti i tesori reali; il che assai gen-
tilmente tocca Virgilio, mentre dice:
Con mia guida l'adultero Troiano
Espugnò Sparta, et l'hebbe in suo potere.

Et per questo quelli che tengono tal openione vogliono che Helena dopo la pre-
sa di Troia meritasse esser ricevuta dal marito. Per la cui rapina fu pigliata la
guerra da Greci contra Troiani che durò diece anni. Nella quale riferisce
Homero che Paris, rimorduto dal fratello Hettore di tal cosa, una volta uscì dal-
la città et venne a singolar battaglia contra Menelao; nella cui chiaramen-
te veggendosi che Menelao restava superiore, dice che Paris in quello


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