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Biblia, Ps » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 113r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


mettesse il piede nel lito Troiano, non solamente fece che molte volte le squadre Troia-
ne fecero testa a sostentar l'empito de' Greci, ma ancho le rese ardire a perseguitarli et
cacciarli fino negli alloggiamenti. Et quello ch'era più maraviglioso, egli solo spessissime
fiate hebbe ardire assalire le schiere de' Greci et per forza rompere le loro squadre, et
di maniera metter in rotta tutto l'essercito che solo era terrore a tutti Greci. Questi con-
tra Aiace figliuolo di Telamone (come dice Homero) hebbe singolar battaglia; nondime-
no la notte che sopravenne non meno grata ad Aiace che a lui partì il duello, dal quale se-
condo l'usanza antica partendosi Aiace hebbe in dono una spada, con la quale poscia egli
si amazzò; et Aiace donò a lui una cinta, della quale essendosi ornato fu poi amazzato
da Achille et strascinato dietro la carretta, come dice Servio. Finalmente havendo morto
molti prencipi de' Greci amazzò ancho Patroclo amico d'Achille, che s'era vestito dell'
armi sue lucenti; di che istimando haver privo di vita Achille, fece spogliar quello delle ri-
lucenti arme et con gran pompa se ne entrò in Troia, gloriandosi di così altiera impre-
sa. Ma non molto da poi venendo alle mani con Achille, overo che Hettore fosse lasso, o che
molto più fosse forte Achille, morì per le mani d'Achille, et indi fu strascinato dietro la
carretta d'Achille con la cinta <che> gli donò Aiace d'intorno tutta la cittade fino alle navi
de' Greci, in presenza del padre Priamo ch'era sopra le mura. Il che appresso, non si poten-
do il fiero giovane scordar il dolore dell'amazzatogli amico Patroclo, per dodici giorni
tenne il corpo ignudo d'Hettore insepolto, fino attanto che l'infelice padre Priamo (come
scrive Homero) venne a riscattarlo. Nondimeno col testimonio dell'istesso Homero per
comandamento di Giove il famoso corpo, accioché non si corrompesse, da Apollo inan-
zi l'essequie fu onto con sacri licori. Poscia essendo stato a Priamo restituito, con lagrime
di tutte le donne Troiane, con publico dolore et con solenne pompa dell'antiche cerimonie
fu sepolto, et le sue ceneri furono serbate entro un'urna d'oro. In questa historia non v'è
cosa finta, eccetto che il suo corpo fusse da Apollo curato; il che fu fatto da un medico per
comandamento d'Achille, accioché non puzzasse. Ma Leontio diceva che ciò non fu fatto
da lui per magnificenza, ma perché aspettava denari, con quali sperava che il padre ri-
scattasse il corpo se restava intiero, sì come fu ancho fatto, percioché ricevuti prima mol-
ti doni da Priamo a lui il restituì; et vogliono ancho ch'egli all'incontro havesse tanto oro
quanto il corpo pesava. Non mi ricordo haver letto ch'egli havesse altri figliuoli che
uno, qual fu Astianatte. Ma per openione d'altri ne furono più, attento che Eusebio et
Beda, ciascuno di loro in que' libri che scrissero dei Tempi, dicono che i figliuoli d'Hettore
dopo alquanto tempo ricuperarono Troia con l'aiuto d'Heleno, che gli diede favore; et che
i posteri d'Antenore furono cacciati d'Ilione regnando in Italia Ascanio figliuolo d'Enea.
Appresso, pare che Vincenzo historico Francese voglia i Re di Francia d'hoggidì haver
havuto antichissima origine dai figliuoli d'Hettore, dicendo che da Francone già figliuo-
lo d'Hettore fuggito nell'ultima Germania fu edificata la città di Sicambria, et che in
processo di tempo i succesori di questo Francone che stavano appresso le ripe del Danu-
bio passarono in Occidente, et insieme con Marco Mauno figliuolo di Priamo et Samio-
ne degli ultimi capitani d'Antenore, nel tempo di Gratiano Cesare Augusto, passato il Re-


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