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Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


altro figmento ecceto che i mirteti, a' quali i liti sono amici, mandano fuori i virgulti a
guisa di dardi; et il sangue che n'esce dinota la violenta specie di morte. Così ancho le pa-
role sono le relationi degli huomini consapevoli, per le quali si comprende la iniquitare
del deliquente, onde ciascuno è avisato che appresso lui non dimori.
Polidoro decimoquinto
et Licaone decimosesto figliuoli di Priamo.
Quest'altro Polidoro differente dal primo et Licaone furono fi-
gliuoli di Priamo et Laothoe, sì come a pieno si vede in Homero, do-
ve Licaone il dimostra ad Achille, dicendo:
Ti prego Achille, che di me ti mova
Compassion, ch'io son per gir tuo servo
Dove mi manderai; ti fui pur presso
Nel convito alhor quando me pigliasti
Entro il giardino, et mi mandasti in Lamno.
Dodici giorni trapassaro, et poi
Tornai ad Ilione, et me di novo
Ne le tue mani ha ricondotto Iddio.
Fanciul mi vedi anchor, che generato
Da Laothoe fui figlia del vecchio
Altai, ch'in Belletesso era signore.
Priamo haveva di costui la figlia,
E anchor molt'altre? Et di costei siam nati
Due frati, et amendue vuoi tu amazzarli.
Certo, che il primo tra guerreri a piedi,
Vincesti Polidor simile a un dio,
Et con un dardo, a lui passati il petto;
Et hor la morte a me tu ancho apparecchi
Io non posso fuggir da le tue mani.
Ma ne l'animo t'entri, ch'io ti prego,
Che non m'amazzi, ma mi lasci vivo.
Con Hettore non son d'un ventre uscito,
Che t'amazzò il compagno; ma diversa
Madre prodotto ha noi, come t'ho detto.

Nondimeno Achille non gli giovando i preghi, anzi dicendogli villania, il gittò nel fiume
Camando, dove infelicemente si affogò. Si conosce adunque chiaramente per le parole di
costui che questo Polidoro fu differente dal primo; il quale (come dimostra Homero) era
molto amato da Priamo percioché era il più giovane degli altri figliuoli, di che non lo la-
sciava andare alla battaglia. Questo Polidoro vinceva con la velocità de' piedi tutti gli al-
tri giovani dal suo tempo, et di lui mostrava grandissima speranza. Nondimeno un gior-
no senza saputa di Priamo essendosi armato et andato contra gl'inimici, s'abbattè in
Achille che con una Lancia il percosse, et passandogli l'arme gli fece uscir l'interiora;
ma con tutto ciò egli raccogliendole con le mani si diede a fuggire, nondimeno indebilito
se ne morì; né puotè Hettore che veniva in suo aiuto levarlo dalle mani della morte.
Esaco, decimosetti-
mo figliuolo di Priamo.
Esaco fu figliuolo di Priamo et Alsirca figliuola di Dimante, sì
come dimostra Ovidio quando dice:
Benché si dica, che la figlia Alsirca
Di Dimante in segreto partorisse

Quel Esaco vicino all'ombros'Ida.



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