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Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


Erittonio fu figlio di costui,
Da lui fu generato Troio;
Et questo Troio Assaraco produsse;
Et Assaraco Capo, et Capi Anchise.

Non v'è ricordo nessuno dei fatti di questo Assaraco, di maniera l'antichità ha consuma-
to il tutto. Nondimeno lo splendor della generata progenie non meno l'ha fatto illustre
che il grand'infortunio della ruinata Troia. Percioché, sì come dal soverchio ardire dei
figliuoli di Priamo nacque l'incendio et ruina di Troia, così dalla humanità della proge-
nie d'Assaraco fu edificata Roma padrona del mondo et la famiglia dei Cesari generata,
ch'appresso mortali sarà sempre testimonio di sempiterna et eccelsa gloria.
Capi figliuolo d'Assa-
raco, che generò Anchise.
Capi fu figliuolo d'Assaraco, sì come di sopra ha dimostrato Ovi-
dio. Ma l'antichità medesimamente ha spento i fatti di questo Capi, sì
come ancho ha fatto d'Assaraco. Nondimeno ha tenuto in luce ch'egli fu pa-
dre d'Anchise, che generò il famossissimo progenitore della generosa
successione della gente Giulia et sempiterno testimonio dell'inclita pie-
tà d'un figliuolo.
Anchise figliuolo di
Capi, che generò Hippodomia et Enea.
Anchise, sì come s'è dimostrato parlando d'Assaraco per li
versi d'Ovidio, fu figliuolo di Capi. Sono di quelli che dicano che
costui inanzi la guerra Troiana abbandonò la città et andò ad ha-
bitar ne' boschi et luoghi selvaggi, dove attese agli armenti et ai
greggi, ne' quali per lo più si fermavano le richezze degli antichi.
Onde essendo egli andato con i suoi greggi vicino al fiume Simeon-
te, avenne che Venere di lui s'inamorò, et egli con quella hebbe a fare, di maniera che di
lei <hebbe> il figliuolo Enea. Nondimeno si ritrova ancho ch'hebbe moglie, et Homero dice che
di lei n'hebbe figliuole. Servio vuole ch'ei fosse cieco, et che per ciò non si ritrovasse ai con-
sigli de' Troiani. Alcuni dicono che la cagione della sua cecità fu perché si diede vanto d'
essersi congiunto con Venere, et ch'ella per ciò il privasse della luce. Testimonia Virgi-
lio che, essendo presa et ardendo Troia, Enea il voleva condur via, et ch'ei più tosto s'era
disposto voler morire che partirsi. Nondimeno si legge ch'egli, veggendo poi una fiamma
di foco che stava d'intorno il capo d'Ascanio senza punto offenderlo, da ciò prendendo
buon augurio compiacque al figliuolo. Tuttavia male si convengono insieme l'openioni
di Virgilio et Servio, l'uno de' quali dice che fu cieco, l'altro ch'ei vide una fiamma. Se n'an-
dò adunque col figliuolo, che il portò sopra gli huomeri per mezzo i fochi et tra mille
volanti dardi fuori dei pericoli; et montato in nave insieme con Enea giunse a Trapani
castello di Sicilia, dove per vecchiaia se ne morì, et sul monte d'Erice fu sepolto. Et que-
sto secondo Virgilio. Altri nondimeno vogliono altrimenti, percioché Catone conferma


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