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Physica » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 120v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano

quell'imperio a lui restò nell'età di prima barba intiero et salvo solamente sotto tutela
della donna, tanta buona indole era in Lavinia. Onde l'imperio Latino, et il regno del zio
et del padre fu del fanciullo. Dubiterò io, chi affermerà per certo una cosa tanto antica?
Se questo fu quello Ascanio nato di Lavinia o di Creusa, che uscì salvo dalla ruina di Tro-
ia et fu compagno della paterna fugga; il quale istesso Iulo la famiglia Giulia dice che
fu auttore del suo nome. Questo Ascanio nascesse dove et di chi si volesse, certamente si ri-
trova che fu figliuolo d'Enea.
Et quello che segue. Questo dice Tito Livio. Ma Eusebio
nel libro dei Tempi tiene che Ascanio fosse figliuolo di Creusa, et un altro che nacque di
Lavinia il chiama Silvio Posthumo. Ascanio adunque (secondo Vergilio) sotto Troia per-
dette la madre, et col padre si diportò molto valorosamente contra gl'inimici; et sì come Ser-
vio afferma, fu chiamato con diversi nomi. Percioché, oltre Iulo et Ilo con i quali è noma-
to, sì come si vede in Vergilio, quando dice:
Ma il bel garzone Ascanio, a cui s'aggiunge
Hor il nome d'Iulo; mentre in piedi

Stette la roccha Ilia fu detto Ilo,


questi appresso fu detto Dardano et Leodamante per consolatione dei morti fratelli. On-
de viene ad esser chiaro che Enea di Creusa hebbe ancho altri figliuoli. Nondimeno dei no-
mi di costui dice Servio essere da sapere che fu chiamato Ascanio da Ascanio fiume di
Phrigia, sì come risonante d'oltre Ascanio. Indi fu detto Ilo da quel re onde venne ancho
Ilio. Poi Iulo per l'amazzato Mezentio da lui nel primo spuntar della barba, la quale
gli nasceva quando ottenne la vittoria. Questo Ascanio nondimeno (accioché seguitiamo
Vergilio alquanto) ancho picciolino hebbe augurio del futuro imperio, percioché contra-
stando il padre et l'avo della futura fugga, una certa fiamma di foco si fermò d'intorno il
capo del fanciullo senza punto offenderlo, né poteva essere estinta dai padri. Finalmente
sostenne poi insieme col padre nell'essiglio molte fatiche. Et essendo morto Enea et libero
delle cose mortali, et egli succeduto nel reame, finì la guerra incominciata dal padre con
la vittoria, conciosia che altri dicono che amazzò Turno, altri Mezentio. Ma dice Ser-
vio che secondo Catone il vero dell'historia è questo. Che Enea col padre venne in Italia,
et perché havea assalito i territori hebbe guerra contra Latino et Turno, nella quale mo-
rì Latino; et Turno poi si ritirò da Mezentio, et nell'aiuto di lui confidandosi rinovò la
guerra, nella cui Enea et Turno medesimamente mancarono. Continuò poi la battaglia
tra Ascanio et Mezentio; ma per finirla vennero a singolar battaglia, et morto Mezen-
tio Ascanio incominciò esser chiamato Giulio, sì come poco inanzi è stato detto. Questi
adunque (secondo Eusebio) havendo regnato trent'anni, appresso Lavino edificò Alba, et
con grandissimo amore et pietà allevò Silvio Posthumo suo fratello. Altri più oltre dico-
no che, essendo dagli amici ripreso percioché pareva ch'egli tenesse la madrigna Lavinia
in essiglio, la quale per tema di lui era nelle selve fuggita, la fece ritrovare et le restituì
il reame paterno, essendosi già deliberato passare fino in Alba. Nondimeno egli generò un
figliuolo, il quale, percioché per caso nacque nelle selve, il chiamò Giulio Silvio; da cui alcu-
ni vogliono esser derivata la famiglia Giulia. Finalmente havendo tra Lavino et Alba da
lui edificata regnato trent'otto anni, venendo a morte, perché il figliuolo non gli pareva atto


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