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Basilius Magnus - Homiliae in Hexaemeron » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 124r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


lo l'ire del mare Mediterraneo. Ma colui che veramente è certa speme et infallibile
aiuto di chi dirittamente crede in lui, da me subito invocato mi s'appresentò, et col foco
della sua carità cacciando il contrario freddo porse vigore all'animo prostrato et il ri-
tornò in maggiori forze del solito, di maniera che col picciolo legnetto, ma nondimeno
con animo grande, pigliai ardire entrare nel terribile gorgo et solcare non soliti mari.
Di che spedita nel passato quasi tutta la prole di Cielo, pigliai la penna per scrivere la
lunga discendenza dell'Oceano, lasciando il governo della debile barchetta a colui che
conservò salva l'Arca di Noé dalle acque del diluvio universale.
Oceano figliuolo di Cie-
lo et di Vesta, che generò tra figliuoli et figliuole ventiquat.,
de' quali questi sono per ordine i nomi: Eurinomi, Persa, Ae-
tra, Pleione, Climene, Tritone, Dori, Proteo, Corufice, Ne-
reo, Acheloo, Inaco, Peneo, Nilo, Alpheo, Cerinisio,
Thebro, Axio, Asopo, Cephiso, Meandro, Pillira, Sper-
chio, et Sole.
Volsero i Theologhi, che hanno havuto openione dal Cielo o
dalla Terra, overo da amendue, tutte le cose da principio esser state
prodotte, che Oceano fosse figliuolo del Cielo et di Vesta; il che non
credette né tacque il prencipe degli Ionici Philosophi Milesio Tha-
lete, appresso gli antichi di non picciola auttorità; anzi, non meno insi-
pidamente di quello che facessero gli altri istimò che l'istesso Ocea-
no havesse la mente divina et che da lui fossero prodotte tutte le cose, overo ch'egli fosse
quello che ne concedesse la cagione. Non so qual ragione movesse lui, eccetto se forse, veg-
gendo che in tutte le cose mancando la humidità, è di necessità che ancho la vita cessi, et
che ancho medesimamente nessuna cosa senza humore non può generarsi né nascere. Di
che affermava l'Oceano non esser generato, ma esser padre degli Dei et tutte le cose. Al
quale alle volte pare che si sia accostato Homero, et spetialmente dove nella Iliade indu-
ce Giunone che dice l'Oceano essere la natione di tutti i dei, et la madre Theti. Et così
talhora ha seguito questa openione Vergilio, dove dice:
Oceano gran padre de le cose.
Plinio poi nel libro dell'Historia Naturale inalzando questo elemento dell'acque dice: Certa-
mente questo elemento signoreggia a tutti gl'altri, le acq. divorano le terre, amazzano le fiamme,
ascendeno in alto, si vendicano il cielo, et col toccare affogano il vital spirito delle nubi, la
qual cagione partorisce i folgori, seco stesso discordandosi il mondo. Qual cosa puote esser più


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