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Biblia, Gn » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 129r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


molto pelose, onde meritamente hanno perduto il nome di Nimphe. Et questo in generale
si ha detto delle Nimphe.
Cimodoce figli-
uola di Nereo.
Cimodoce Nimpha è una delle figliuole di Nereo, la quale
secondo Servio è interpretata corso dei flussi marini.
Theti minore, figli-
uola di Nereo et madre d'Achille.
Theti minore fu una delle Nimphe, della cui dice Ovidio ch'ella
essendo andata a consultarsi con Proteo di quello che havesse a ve-
nire, in tal modo le fu riposto:
Tu sarai madre d'un figliuolo, il quale
Con l'armi forti vincerà del padre

I fatti, et detto fia di lui maggiore.


Finalmente essendo bellissima donzella fu amata da Giove, il quale nondimeno per tal
oracolo smarrito, accioché forse di lui non venisse a partorire un figliuolo che lo
havesse poi a cacciare del reame, si astenne dal congiungersi seco. Ella poi fu maritata
in Pelleo figliuolo del re Eaco, et di lui s'impregnò et partorì Achille, il quale fu dato
a nodrire a Chirone Centauro; onde nella guerra Troiana havendo Achille perduto le
sue armi, le quali havea prestato a Patroclo che fu amazzato da Hettore, Theti ne di-
mandò per lui a Vulcano di novo. Alla cui favola, et massime d'intorno alla risposta di
Proteo, diede occasione la manifesta forza d'Achille. Dice Leontio che costei fu figli-
uola di Chirone et che habitò nell'Isola di Theti; ma non solamente per haver habita-
to in quell'Isola del mare fu tenuta figliuola del mare et chiamata Theti, quanto per
li costumi del figliuolo, percioché fu furioso et crudele a guisa del mare, et però fu
detto figliuolo di Theti, cioè di furore. Onde a lei ne restò poi tal nome per la furia del
figliuolo, attento che prima era chiamata altrimenti.
Galatea figliuo-
la di Nereo.
Galathea, sì come mostra Ovidio, fu figliuola di Nereo et
[et] di Dori. Della cui si narra favola tale. Aci bellissimo giovanetto
Siciliano fu amato da Galatea, della quale Poliphemo Ciclope era
molto innamorato; il quale veggendo ch'ella punto di lui non curava
et trovando un giorno Aci congiunto con Galatea, sdegnatosi pigliò
quello et il percosse ad un sasso, et amazzollo; onde Galatea il tra-
sformò in un fiume Siciliano. Della qual favola la allegoria può esser tale. Galatea è dea
della bianchezza, la quale piglio per quella schiuma che fanno l'onde irate che si percuo-


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