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Valerius Flaccus, Gaius - Argonautica » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 131v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


et restandovi per la consuetudine l'appetito, mentre la si cerca né si trova, et per lo
disagio l'appetito cresce, aviene che da molti fino nei luoghi infami si ricerca.
Dicono appresso che habitano l'isole et i luoghi di lito, il che si è detto perché
così è, percioché simili femine dove sono conosciute non ponno far presa; là onde ave-
dutamente habitano luoghi dove spesso vengono forestieri, affine che non essendo cono-
sciute possano allacciarli. Di queste Sirene veramente il pieno di spirito divino Isaia
dice: Le Sirene, et i Dimonii salteranno in Babilonia; il che forse al tempo nostro nel-
la nova Babilonia habbiamo visto essere accaduto. Sono poi le Sirene dette da Sciron,
che significa tratto, percioché tirano a sé.
Inaco fiume et duo-
decimo figliuolo dell'Oceano, che gene-
rò Ione, Phoroneo et Phlegeo.
Come dice Pomponio, Inaco è grandissimo fiume d'Aca-
ia che irriga gli argolici campi. Questi, sì come gli altri, viene detto
figliuolo dell'Oceano et della Terra, per lo quale gli antichi vo-
gliono che s'intenda di Inaco Re de' Sicioni, dal cui hebbe nome;
il quale (secondo Eusebio) regnò nel tempo che Balameo overo Xer-
se signoreggiò appresso gli Assiri, circa gli anni del mondo tremi-
latrecentoquarantasette, nel qual tempo nacque Giacob.
Ione, figliuola d'Inaco
et madre d'Epapho.
Fu Io (secondo Ovidio) figliuola d'Inaco; della cui recita favola
tale. Che essendo bellissima donzella fu amata da Giove, il
quale veggendola ritornare dall'onde del padre, tuttavia se-
guendo et pregando quella, che fuggiva, con una nube la ri-
coperse et la impregnò; onde Giunone riguardando dal Cielo
in Terra quelle tenebre, mossa da gelosia sospettó alcuno male
et fece serenar l'aria, il che veggendo Giove per coprire il peccato transformò la
donzella in vacca, et donolla mal volentieri a Giunone, che lodando la bellezza di
quella gliela dimandò. La quale incontanente la pose in guardia d'Argo figliuolo d'A-
risto, che haveva cento occhi, de' quali solamente due alla volta per dormire si ser-
ravano; onde Giove di lei havendo compassione mandò Mercurio che la liberasse,
il quale pigliando forma di pastore con Argo si congiunse, al quale insegnando so-


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