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Biblia, Ecl » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 132v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


tempi, percioché per testimonio d'Eusebio nel libro dei Tempi Inaco appresso Argivi re-
gnò circa gli anni del mondo tremilatrecentoquarantasette, et vuole che regnasse an-
ni cinquanta; nel qual tempo è di necessità ch'Io nascesse. Puotè in tal tempo esservi Gio-
ve figliuolo dell'Ethere, dal quale et da Niobe figliuola di Phoroneo nacque Api, et
non Epapho. Gli altri Giovi furono molto tempo dopo questo, tra quali il secondo fu
al tempo d'Isis figliuola di Prometeo, percioché signoreggiando in Grecia Phorbante
essa Isis figliuola di Prometeo fu in fiore, et nell'istessa età fu Argo, che vedeva il tut-
to. Poscia, l'istesso Eusebio nel medesimo libro dice che negli anni del mondo tremille-
seicentoquarantasette, regnando in Athene Cecrope, Io essere stata figliuola d'Inaco,
et con lei essersi congiunto Giove; et quella nell'anno quarantesimoterzo di Cecrope es-
sere passata in Egitto. Poco da poi il detto Eusebio nell'istesso libro dice che negli an-
ni del mondo tremilleseicentoventinove essere stato Danao re d'Argivi, et la di lui
figliuola Hipermestra essere la medesima Isis, overo Io. Ultimamente nel detto volu-
me afferma negli anni del mondo tremillesettecentoottantatre, regnando Linceo in
Argo et Pandione in Athene, essere stata Hipermestia chiamata Isis; il quale tempo
assai bene si conface con Giove Cretese, che fu il terzo Giove. Di che per tante diverse
openioni d'historici non so che mi credere di questa Isis. Questo nondimeno io so, che
la conformità del tempo d'Isis figliuola di Prometeo con Giove, et l'historia, la quale
se bene non è vera tuttavia è verisimile, più d'ogni altra cosa mi move. Ma affine di ri-
tornare ad alcuna delle cose per altri dette d'intorno l'allegoria di questa Io, lascia-
te l'altre dicono costei essere stata da Giove cangiata in Vacca percioché ella navi-
gò in Egitto sopra una nave che portava per insegna una vacca, la quale poscia (secon-
do Fulgentio) lungamente dagli Egitii fu serbata con molta riverenza et honorata; et ivi
mostrò le lettere a quelli che prima invece di lettere usavano segni, et insegnolli il
coltivar la terra, et (sì come piace a Marciano) l'uso del lino, et fu la prima ch'ivi ri-
trovasse le sementi, et molte altre cose necessarie et utili all'uso humano. Benché Ago-
stino nel libro della Città di Dio dice alcuni scrivere quella di Ethiopia essere venuta in
Egitto reina, et oltre ciò essersi maritata in Api suo nepote, che dopo lei, et alcuni dico-
no innanzi, passò medesimamenie in Egitto. Ma Eusebio scrive ch'ella si maritò ad un cer-
to Telegono; et vogliono (fosse di chi si volesse) o di Giove, o di Api, o di Telegono ch'el-
la partorisce il figliuolo Epapho. Costei appresso per le concedute commodità con il sa-
per suo agli Egitii da tutti fu tenuta per dea, et mentre visse adorata; et dopo morte
(come dice Agostino nell'istesso) fu di maniera a loro grata, che v'era pena la testa s'al-
cuno diceva ella essere stata femina.
Phoroneo figli-
uolo d'Inaco, che generò Egia-
leo et Niobe.


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