BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Valerius Flaccus, Gaius - Argonautica » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 136v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


seccando molti fonti et fiumi abbrugiarono. Per lo cui incendio la Terra commossa pre-
gò Giove che la aiutasse, il quale mosso da tali preghi fulminò Phetonte che cadè nel Po,
dove dalle sorelle fu pianto et sepolto con tale epitaphio:
Qui sepolto è Phetonte, che fu guida
Dei paterni destrieri, i quai se bene
Regger non puotè; tuttavia morrio,
Et cadè per sublime, et grande ardire.

Questa fittione, secondo il mio giudicio, sotto corteccia contiene in sé historia et natural
ragione. Fu creduto dagli antichi, sì come nel libro de' Tempi afferma Eusebio, et dopo
lui Orosio prete nelle sue Croniche, nelle parti della Grecia et dell'Oriente essere stato
un grandissimo incendio nel tempo che Cecrope primo Re d'Atheniesi signoreggiava,
et ciò essere avenuto non per opra humana, ma come mandato per infusione dei sopra
celesti corpi; et questo da tutti fu chiamato l'incendio di Phetonte. Per opra di tale in-
cendio che qua et là si sparse occorse che i fonti et molti fiumi si seccarono, tutte le co-
se seminate si conversero in cenere, le selve et tutti gli alberi aridi, le città dagli habi-
tatori et i paesi dai popoli s'abbandonassero, et quasi tutto il reame paresse scaldar-
si et bollire; et essendo ciò durato per molti mesi, avenne che circa il mezzo dell'autun-
no cadendo grandissime pioggie egli s'estinse; le quai cose sotto fittione con ragion tale
sono poste. Phetonte prima (sì come dice Leontio Thessalonico) latinamente vuol dire in-
cendio. Questi però è detto figliuolo del Sole perché il Sole è fonte et origine del calo-
re, et così parendo che tutto il Sole sia causato dal Sole, non inconvenevolmente fu finto
padre dell'incendio. Climene poi in greco latinamente suona humidità, la quale per ciò
è chiamata madre di Phetonte, perché il calore non può continuare se la convenevole hu-
midità non se gli ferma sotto; et così dall'humidità sì come dalla madre il figliuolo pare
essere nodrito, et nell'essere perseverato. Che Phetonte poi dimandi al padre in gratia di
reggere il carro della luce, non debbiamo intender altro che un certo innato disio fino
ancho nelle pensibili vegetative creature di restare et aumentare, accioché io parli nelle
cose sensibili, sì come delle rationali, il che ancho della Terra orante possiamo dire. Quel-
lo poi che vi s'aggiunge, ch'egli veggendo lo Scorpione havesse tema et abbandonasse
le briglie de' cavalli, oltre il solito salendo in alto et abbruggiando una parte del Cielo,
et medesimamente scendendo a basso et abbrugiando la Terra, ciò è stato tolto dall'ordi-
ne continuo di natura. Nel zodiaco vi è lo spatio di venti gradi, cioè dal ventesimo gra-
do di Libra al decimo di Scorpione, il quale i philosophi chiamarono via abbrugiata,
percioché ogni anno facendo i suoi gradi il Sole per quello spatio pare che in Terra ab-
brugi il tutto, attento che si seccano l'herbe, le foglie diventano bianche et caggiono, le
acque calano basse verso la Terra, né alcuna cosa a quel tempo si genera; et così dall'effet-
to quella parte del Cielo viene nomata. Oltre ciò fingono Phetonte circa il mezzo dell'
autunno fulminato perché a quel tempo per l'opposto Sole in Occidente a Scorpione,
nell'Oriente si mostrano co'l segno del Tauro le Pleiadi, l'Orione et l'Eridano, che sono
Stelle c'hanno possa di generar pioggie, inondationi d'acque da' quali s'ammorzano gli
incendi, le cui pioggie per lo più veggiamo che caggiono circa il mezzo dell'autunno,
overo prima, et durano molto, onde per loro opra tutto il superficiale calor della Terra


pagina successiva »
 
p. 136v