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Martialis, Marcus Valerius - Epigrammata » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 141v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


mere, cioè che il tutto non ritornasse nell'antico Caos. Né sapeva che mi fare. Fi-
nalmente stando così dubbioso mi parve vedere una lenta et nuvolosa stella, co-
perta di caligine stigia, che dall'Orientale Oceano come dall'Inferno in alto si le-
vava; la quale stando io a contemplare nelle nebbie involta, ricordandomi dei precetti
dell'honorato Andalone, conobbi ch'era l'odiosa et la nociva Stella di Saturno, del-
la cui ritornandomi a mente gli scelerati costumi, subito cessò la terra et la ma-
raviglia del subito mutamento. Onde veggendo quella, come se da lei mi fosse stato ri-
cordato la nuova mutatione delle sue miserie, essendo secondo l'incominciato ordi-
ne dell'opra tra i figliuoli del Cielo da dichiarare la di lui famosa progenie, conob-
bi che non in uno volume, ma nel prossimo di questi seguenti (per volere dirne a pie-
no) mi bisognava di loro scrivere. Ma testimoniando le antiche historie quattro es-
sere stati i labirinti, cioè l'Etrasco, l'Egittio, quello di Creta et di Lenno, non dubi-
to punto che tra questi quello che d'errori et intrichi era più pieno, più facilmente a
chi v'entrava et usciva non concedesse l'addito che non faranno le confusioni infelici
del vecchio di così grande età del quale siamo per parlare. Percioché inchinandosi in lui
quasi tutta la pazzia dell'antico errore de' gentili, non sarà liggier cosa per uscirne
ridurre a buon termine le contrarietà dell'openioni, le discordanze degli errori et
le dubbiose relationi degli antichi; et in proposito ritornar Re un cacciato in essiglio
et agricoltore. Adunque non senza alquanto horrore lascio tra gli aspri scogli et
profondi fino quasi alle bocche dell'Inferno i liti dell'Oceano et la sua prole con molte
acque, affine di drizzare la prora del frale navilio; ma non so già a qual partito uscir
fuori per drizzar gli occhi nell'aere così fosco. Nondimeno spero che colui che aperse
le oscure stanze di Dite, et che vincitore levando le nebbie per quelle fece ampie stra-
de, ch'alla disiata uscita m'aprirà il profondo mare.
Saturno, undecimo
figliuolo del Cielo, che generò diece figliuoli: Croni, Ve-
sta, Cerere, Glauca, Plutone, Chirone, Pico, Giu-
none, Netunno, et il terzo Giove. Ma di Giove,
Nettunno et Giunone non in questo libro, ma nei
cinque seguenti si scriverà.
Saturno fu figliuolo di Cielo et di Vesta, sì come nel li-
bro delle Divine Institutioni Lattantio scrive; al quale gli antichi
diedero per moglie Opi sua sorella et gli attribuirono molti figli-
uoli di lei havuti, i quali tutti (dicono alcuni) da lui essere stati di-


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