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Martialis, Marcus Valerius - Epigrammata » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 142v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


s'è detto in quanto alla divoratione de' figliuoli. Della emissione poi si dirà dei frutti
dalla terra raccolti ogni anno, percioché essendo al suo tempo prodotte le biade dalla
terra, benché siano divorate, tutte col tempo dall'istesso tempo nell'anno seguente (per
bontà d'Iddio) sono restituite. Per tale fittione, poco dagli ignoranti intesa, da alcuni
è stato creduto quel scelerato costume de' sacrifici appresso alcune barbare nationi
haver havuto origine; cioè ch'alcuni a Saturno immolavano non altri, ma i propri fi-
gliuoli, come se volessero oprare sì come egli. Macrobio nel libro di Saturnali dice che
Hercole, vinto il Gerione, fece in Italia cangiar questo. Dicono appresso che in loco di
Giove dalla moglie a Saturno fu mostrato un sasso, ma Theodontio dice che quel sasso
fu Giove, ma non quel Giove da lui generato, anzi un altro figliuolo d'altro huomo, et
chiamato Sasso; il che forse così è. Percioché Eusebio dice che, regnando Danao in Argo,
un certo Sasso signoreggiò in Creta, nel qual tempo (secondo alcuni) Giove Cretese po-
teva già havere incominciato regnare. Del tagliare dei genitali che alcuni vogliono da
Giove a Saturno essere stato fatto, assai se n'è detto di sopra, dove della seconda Venere
si è parlato. Gli historici hanno per cosa certa che Saturno da Giove del reame fosse ca-
ciato. La cagione di questo la Historia Sacra la dimostra, dove si legge che, havendo Gio-
ve liberato Saturno et Opi presa dai Titani, per sorte Saturno previde che da Giove
sarebbe cacciato del reame, là onde per schivare tal influsso tese aguaiti a Giove per as-
sediarlo; di che avedutosi Giove prese l'armi contra quello, il quale non potendo far resi-
stenza, restato (secondo alcuni) in Phelgra vinto, se ne fuggì. Che poi nell'Inferno fosse
confinato, la Historia Sacra mostra ciò esser falso, nella quale così è scritto: Poscia inten-
dendo Titano da Saturno essere stati generati et allevati figliuoli, segretamente menò
seco i suoi figliuoli chiamati Titani et prese il fratello Saturno et la moglie Opi, met-
tendogli in prigione et facendoli guardare.
Et dopo questo, poco da poi soggiunge: Gio-
ve alla fine intendendo il padre et la madre essere in prigione legati et guardati, ven-
ne con grandissima moltitudine de' Cretesi, et vinse Titano con suoi figliuoli; et al padre
restituendo il regno, ritornò in Creta.
Questo ivi si legge; di che invece Lattantio dice
che Giove fu liberato dal peccato della scelerità grande d'haver ritenuto il padre per li
piedi legato. Ma se vogliamo seguire l'openione di Lattantio, il quale sopra la Thebai-
de
di Statio dice che Saturno fu confinato dal figliuolo nell'Inferno, allhora diremo che
quando Saturno da Giove cacciato (come si dice) andò in Italia, la quale è inferiore al-
la Grecia, cioè più propinqua all'Occidente, pare che scendesse agl'Inferi; et ivi però
confinato perché non poteva nel reame ritornare, così ancho alle volte diciamo gli essuli
confinati. Che poi egli sia mesto, vecchio, col capo involto, tardo, pegro, et con la fal-
ce in mano, il tutto si conviene al pianeta et all'huomo. Albitinasaro nel suo Intro-
duttorio maggiore
dice Saturno di complessione essere freddo, secco, melanconico et
di bocca fetido; il che s'appartiene ad huomo mesto. Oltre ciò il fa mangiatore,
grandissimo avaro, povero fino all'estremo; malitioso, invidioso, d'acuto ingegno, sedut-
tore, nei pericoli ardito, di poca conversatione, superbo, simulatore, vantatore,
pensoso, di grandissimo consiglio, tardo all'ira, ma quasi irrevocabile; a nessuno buono,


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