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Biblia, 1 Cor » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 144v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


l'uno dopo l'altro si partono, et ritornando il finiscono, come sarebbe a dire che se tutti
sono nel principio d'Ariete, et alhora piglino il suo corso. Quando aviene poi che nel prin-
cipio d'Ariete si ritrovino di nuovo insieme dopo il corso fatto, alhora l'anno grande
sarà compiuto. Questo farsi diversamente istimarono gli antichi, sì come l'istesso Censo-
rino dimostra, percioché dice Aristarco haver pensato questo tale anno farsi di duemi-
laquattrocento et ottantaquattro anni giranti. Arete Dracino poi, di cinquemilacin-
quecentocinquantadue. Heraclito et Lino di diecemila et ottocento. Clione di diecemi-
lanovecentoottantaquattro. Orpheo di centoventimila. Cassandro di cento et trenta-
seimille. Questo dice egli. Ma Tullio mostra volere che si facci XV mila anni, et Ser-
vio di dodicimilanovecentocinquantaquattro. Ma l'honorato Vecchio Andalone et
Paolo Geometra Fiorentino, amendue famosi Astrologhi, dicevano che fornivano in tren-
taseimila. Da tai cose appresso alcuni è nato errore, i quali affermano che se avenisse a-
i corpi sopra celesti ritornare nell'istesso loco dove altre volte hanno preso il corso, et
di novo convenirsi partire, che di necessità produrrebbono i medesimi effetti che altre
volte hanno oprato; et così noi un'altra volta, et un'altra, et in infinito converressimo ri-
tornare in vita, la qual cosa è ridicola a credere.
Vesta, seconda fi-
glia di Saturno.
Dice Ovidio che Vesta fu figliuola di Saturno et Opi, là dove in tal
modo scrive:
Dicono, che del seme di Saturno
Opi Giunone, et Cerere produsse,

Et la terza di lor fu anchora Vesta.


Così queste tali Veste vengono ad essere due, l'una madre di Saturno, l'altra figlia. Di
queste confusamente parlano gli auttori, alle volte mettendo una per l'altra; et però di-
cendo Vesta essere la terra perché di fiori et herbe è vestita, egli è vestita, egli è da intendere che si di-
ca della madre di Saturno. Quando poi la chiamano vergine si descrive la figliola di
Saturno, la quale volsero essere il foco, sì come dice Ovidio:
Che Vesta sia altro, che viva fiamma
Non intender già mai, ma unqua non vedi
Corpo nessun che sia nato di fiamma
Di ragion dunque è vergine colei,

Che non manda fuor seme, et nol riceve.


Dice Alberigo che costei fu nutrice di Giove, esponendo che del foco inferiore si nodri-
sce il superiore; ma io tengo il contrario, cioè che l'elementato dall'elemento, che è più su-
blime, essere nodrito. Ma Giove nodrito da Vesta credo appartenersi all'historia, essendo,
sì come di sopra è stato detto, subito che fu nato Giove levato dal conspetto di Saturno suo
padre et raccomandato a Vesta sua Zia, et da lei segretamente nodrito. Dicono ancho co-
stei da Priapo Dio degli horti essere stata amata, il che è credibile, dicendo Ovidio:
Si sforziamo d'haver quel, ch'è vietato
Et disiamo ogn'hor quel, ch'è negato.

Vogliono che Vesta sia vergine, et i Romani putarono a' suoi piaceri donzelle, le


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