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Vergilius Maro, Publius - Georgica » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 146r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


onde i contrari humori che sono d'intorno la superflue della terra eshalano, et dalla ter-
ra inferiore in alto sono con utilità ridotti, viene da Giove persuaduto a Cerere che mangi
dei papaveri, cioè che vada a riposare, percioché i papaveri hanno vertù di far adormentar;
per la cui quiete si deve intendere l'intermedio della coltura, accioché per tale intermedio et
distanza la terra possa ripigliar gl'humori asciugati. Proserpina, cioè l'abondanza delle bia-
de, rapita non può incontanente ritornar di sopra, perché havea gustato tre grani di melegra-
ne, per li quali si debeno intendere i principii della vita vegettativa; i quai alhora s'incomin-
ciano quando per l'humor della terra divien humido et calido il seme seminato, et indi putre-
fatto fa le radici, per la cui opra le biade spuntano fuori. I cui principii son sdegnati per li gra-
ni della melagrana percioché son simili al sangue, et sì come il sangue è di nodrimento all'a-
nimale sensitivo, così quei principii al vegetativo; et sì come piace ad Empedocle nel sangue
consiste la vita degl'animali sensitivi, così nell'humore terrestre delle biade. Ma per sentenza
di Giove, cioè per dispositione del cielo, s'opra che dopo il sesto mese, il qual disegna la metà
dell'anno, Proserpina ritorni di sopra, cioè l'abondanza delle biade, percioché dal giorno del
seminar overo dal mese, nel settimo mese le spiche delle biade incominciano mostrarsi et
far i grani, et ancho maturirsi, i quali grani fino al tempo del seminar stanno di sopra. Theo-
dontio riferisce di Cerere questa antichissima historia, dalla cui par che sia concesso molta
materia alla fittione detta di sopra, onde dice che Cerere fu figlia di Saturno, et moglie
del Re Sicano et reina di Sicilia, dotata di molto ingegno; la qual veggendo che gl'huomi-
ni per quella isola andavano vagabondi mangiando ghiande et pomi selvaggi senza reg-
gersi con nessuna legge, fu la prima che in Sicilia ritrovò l'agricoltura, et trovati gl'
instrumenti rusticani congiunse i buoi et seminò la terra; là onde gl'huomini incomin-
ciarono tra lor partire i terreni, habitare insieme et humanamente vivere. Di che Verg. dice:
Cerere fu la prima, che la terra
Solcasse con l'aratro, et fu la prima
Che nel terren le biade, et gli altri semi,
Ponesse mai, et fu la prima anchora,
Che gli ordini, et le leggi a noi donasse
Onde il tutto è di Cerere suo dono.

Dice poi che Proserpina fu bellissima donzella et figliuola di Cerere reina, la quale
per la singolare di lei bellezza da Orco Re de' Molossi fu rapita et tolta per moglie; il
che ancho nel libro dei Tempi mostra Eusebio. Ma di questo più di sotto si farà maggior
parlare. Di Trittolemo poi Philocoro scrive che fu antichissimo Re nel paese d'Athene,
il quale nel tempo d'una grande caristia essendoli amazzato dal concorso del popolo il pa-
dre Eleusio, perché abondantemente, morendo la plebe di fame, nodriva il figliolo, se ne fug-
gì, et con una gran nave la cui insegna era un Serpe se n'andò in stranieri paesi, do-
ve trovata una gran copia di fromenti ritornò nella patria; et da quella cacciato Ce-
leo overo (secondo altri) Linceo di Thraccia, che havea occupato il reame, fu ritornato nel-
lo stato paterno, dove non solamente sovenne i suoi sudditi di biade, ma etiamdio gli in-
segnò con l'aratro coltivare la terra. Là onde fu detto allievo di Cerere. Nondime-
no sono di quelli che vogliano non Trittolemo, ma un certo Buziem Atheniese es-
sere stato quello ch'agli Atheniesi ritrovasse l'aratro et i buoi. Tuttavia Phi-
locoro dice che Trittolemo fu molti Secoli prima di Cerere Reina di Sicilia. Che


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