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Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


pontefici essere nomata Opi, Buona, Fauna et Fatua. Buona, percioché è cagione di tutti
i beni necessari al vivere. Fauna, perché favorisce a tutti gl'animali. Opi, perché con suo
aiuto la vita dura. Fatua a Fando, percioché non prima i fanciulli partoriti mandano fuo-
ri alcuna voce che non tocchino la terra. Et perché si depinge con real scettro, sono di
quelli che dicano ella havere la potenza di Giunone, et altri quella dover esser Proser-
pina; percioché con una porca a lei per le pasciute biade le sacrificano. Oltre ciò, non so-
rella né moglie di Fauno, come dicano alcuni, ma figliuola, et che egli s'inamorò di lei;
et perché essendo ancho aggravata dal vino non volse consentire al desiderio suo, fu bat-
tuta con le verghe di mirto. Finalmente fu creduto che, cangiatosi in Serpente, usasse con
lei, et per ciò sarebbe stato cosa scelerata nel suo tempio haver portato verghe di mir-
to. Dicono che si vede stesa sopra il capo di lei una vite, perché il padre col vino tentò
d'ingannarla. Che poi non si costumasse nel suo tempio sotto suo nome essere portata la
di lei imagine, ma un vaso nel quale fosse del vino, et chiamavasi melario et il vino lat-
te, et che nel suo tempio apparissero Serpi che non nocevano né haveano paura, et
molte altre cose, come quasi vogliono questa Fauna essere la terra, io lascierò il tutto, co-
me poco et niente necessario.
Fauni, Satiri, Pani et
Silvani, figliuoli di Fauno.
Dice Theodontio che i Fauni, Satiri, Pani et Silvani furono figli-
uoli di Fauno, ma Leontio di Saturno. De' quali, percioché di nessu-
no non si sa il proprio nome, è necessario trattar di tutti insieme.
Dicevano adunque i Fauni et i Satiri esser li dei dei boschi, et come
vuole Rabano, con la voce et non con segno mostravano le cose a venire
a' gentili. Ma i Pani sono detti i dei dei campi, et i Silvani delle Sel-
ve; ma impropriamente spesse volte dai poeti uno s'è tolto per l'altro, come fa Vergilio:
Et voi presenti agresti dei di Fauno.
Volsero ancho gl'antichi questi tali esser chiamati sermoni overo Semidei, sì come scrive Ovid.:
Ho i Semidei, ho i rusticani numi;
Ho i Fauni, ho le Nimphe, et ancho i Satiri
Et ho i Silvani, che nei monti stanno.
I quai; perché non li istimiamo degni,
Degli honori del cielo; gli lasciamo
Star ne le terre, che gli habbiamo date.

Non terrò io che questi tali siano figliuoli di Fauno né di Saturno, essendo quelli stati
huomini et questi quasi animali bruti. Ma forse egli è cosa possibile che al tempo di
Saturno overo di Fauno sia di loro nato errore, et che le loro favole da principio siano
da donnicciuole state recitate; de' quali nondimeno per auttorità famose sono narrate al-
cune cose meravigliose. Percioché Pomponio Mela dice che oltre l'Atlante monte di Mau-
ritania spesse volte si sono veduti di notte lumi et uditi strepiti di cembali et fistole, né
di giorno ritrovatosi cosa nessuna; et per cosa ferma haversi questi essere i Fauni, i Satiri,
et altri simili animali. Oltre ciò Rabano dice i Fauni essere huomicelli che hanno le na-
ri torte, le corna in fronte et i piedi di capra; et uno di questi essere stato veduto dal


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